Sul fronte pensioni il governo rilancia e cerca l'intesa con tutti i sindacati. Il premier Paolo Gentiloni mette sul tavolo altre due nuove proposte per «arricchire» il pacchetto: lo stop dello scatto di cinque mesi per le 15 categorie di lavori gravosi anche per la pensione di anzianità (e non solo per la vecchiaia) e l'istituzione di un fondo in cui far confluire i risparmi di spesa con l'obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell'Ape social. Ci sarà un nuovo incontro, martedì mattina a Palazzo Chigi. Ma i sindacati sono divisi: per la Cisl il giudizio è «positivo», per la Cgil «di grande insufficienza», mentre per la Uil servono correzioni e chiarimenti. Aggiustamenti sono ancora possibili e non si escludono novità last minute, anche se non ci sarebbero i margini per grandi cambiamenti. È un pacchetto «molto rilevante», con «una serie di interventi mirati», sottolinea il presidente del Consiglio. È «uno sforzo significativo», dice al tavolo rivolgendosi ai sindacati: «Vi chiediamo di sostenere questo pacchetto». Sono «misure doverose. È giusto che vengano attenuati alcuni effetti nell'applicazione e nel metodo di calcolo dell'aspettativa di vita. Tutte cose sacrosante, di equità sociale e giuste in sé», evidenzia il premier. Gentiloni porta avanti così la mediazione con i sindacati. Una foto lo immortala mentre parla con i tre leader anche nel cortile di Palazzo Chigi, fuori dal tavolo. Ma non basta. Il governo, constata il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al termine dell'incontro, «raccoglie con rammarico il fatto che i sindacati hanno opinioni diverse sulla bontà pacchetto proposte». Proposte che sono «coerenti con l'impegno» già assunto con Cgil, Cisl e Uil, rivendica il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. La Cgil boccia infatti le proposte del governo (restano «grandi ed evidenti distanze») e prepara la piazza. Ci sono le «condizioni per dare un giudizio oggi: la valutazione di grande insufficienza che avevamo anticipato viene confermata», afferma la leader Susanna Camusso, sostenendo che «il quadro non risponde alle richieste e agli impegni assunti dal governo». A «questa indisponibilità ad affrontare le ingiustizie del sistema e l'assenza di prospettiva per i giovani» e di misure per le donne, avverte, si risponderà con «le mobilitazioni che la mia organizzazione nelle prossime ore deciderà». La decisione sarà modulata in base all'andamento della trattativa e del dibattito parlamentare. Tra le date possibili c'è quella di sabato 2 dicembre. Altrimenti si andrebbe dopo l'Immacolata. La manovra comunque andrà chiusa, nella sostanza, entro metà dicembre. In quella sede potrà essere inserito il pacchetto pensioni (o parte di esso), risultato dell'eventuale accordo. Di segno opposto l'opinione della Cisl: «I due nuovi aspetti» proposti da Gentiloni, riconosce la segretaria Annamaria Furlan, «sono per noi assolutamente importanti e di non poco conto, coerenti con l'impostazione ed il metodo che ci eravamo dati nella prima parte dell'accordo sulla previdenza». Per la Uil «alcuni aspetti sono positivi, altri meno, altri ancora sono da approfondire», dice il numero Carmelo Barbagallo, chiedendo al governo «alcune correzioni al testo» e alcuni chiarimenti «sulle risorse» (al tavolo scorso si era parlato di 300 milioni in totale). Risposte che saranno al centro del nuovo appuntamento, richiesto proprio dal sindacato