«Non sarà un passaggio solo formale» il nuovo tavolo, convocato per martedì, con i sindacati sulle pensioni. Il governo lavorerà fino in fondo per perfezionare la proposta e provare a incassare il sostegno delle confederazioni. Anche perché un sì unitario darebbe più forza al pacchetto, nel confronto che si aprirà in Parlamento con i partiti: «Noi lo vareremo nella sua interezza - ha assicurato il premier Paolo Gentiloni a Cgil, Cisl e Uil - se voi lo sosterrete». A fine giornata, dal governo tirano così le somme del confronto in corso con i rappresentanti dei lavoratori sul tema dell'aumento dell'età di pensionamento. Il presidente del Consiglio e i ministri sono convinti, come detto da Gentiloni ai sindacati, di aver compiuto uno sforzo «significativo». E la scelta, sottolineano dall'esecutivo, è stata e rimane quella - non scontata né doverosa - di farsi carico della ricerca di un'unità sindacale, lavorando «nelle pieghe» delle singole proposte. Dunque, non stressare le divisioni sindacali emerse ancora ieri (in una lunga pausa del tavolo con il governo, riferisce chi era presente, il confronto tra i sindacati sulle due nuove proposte avanzate da Gentiloni è stato molto acceso). Ma, a fronte del sostegno della Cisl e di un sonoro no della Cgil, accogliere la richiesta della Uil - più possibilista su un sì finale - di rinviare e ancora approfondire. Fin dove ci si potrà spingere? I margini di intervento, ripetono come un mantra dalla presidenza del Consiglio e dai ministeri, sono quelli limitati consentiti dalla legge di bilancio. Non ci sono - per intendersi - spazi per misure dal costo di svariati miliardi, come il blocco generalizzato dell'aumento dell'età (dal 2019 l'asticella salirà a 67 anni). Ma entro questi limiti si possono dare le prime risposte «efficaci» e porre le basi di un confronto che - come recita il documento proposto ai sindacati - potrà proseguire nella prossima legislatura. È chiaro che, ammettono dall'esecutivo, il via libera delle tre confederazioni darebbe più forza al governo per bloccare richieste esorbitanti dei partiti, già tradotte in numerosi emendamenti alla manovra. Un tema come quello delle pensioni ha un forte impatto sulla imminente campagna elettorale: la richiesta di rinviare per sei mesi il via libera all'aumento automatico dell'età è arrivata dalla stessa segreteria del Pd. E perciò se l'apertura del tavolo con i sindacati ha portato a una sostanziale «tregua» tra maggioranza e governo, incassare il via libera al pacchetto da parte dei rappresentanti dei lavoratori ridurrebbe di molto i rischi di un'offensiva parlamentare, soprattutto dal centrosinistra. Certo, però, il no della Cgil sembra difficilmente evitabile. E già Mdp annuncia che si unirà alla mobilitazione annunciata da Camusso: un altro segnale di quanto deflagrante rischi di essere il tema a ridosso del voto.