La Nuova Pescara si farà in un modo o nell'altro, con o senza i pareri dei consigli comunali di Pescara, Montesilvano e Spoltore, chiamati a esprimersi in 30 giorni sulla proposta di legge regionale 206 che istituzionalizzerà la fusione delle tre città, creando la nuova città da 200 mila abitanti. E L'Aquila resterà capoluogo di regione, ruolo mai messo davvero in discussione. Querelle chiusa. Questo l'esito del convegno del Pd dal tema La città del futuro, ieri all'auditorium Petruzzi. Il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, replicando ai dubbi e alle perplessità delle tre amministrazioni comunali coinvolte, favorevoli alla fusione solo sul piano formale, ha tirato dritto: «O si procederà secondo il principio della leale collaborazione - ammonisce - o altrimenti se si andrà in onda l'atteggiamento da canne di bambù visto finora, è chiaro che la Regione procederà a prescindere».
LA STRIGLIATA Infatti, i richiesti pareri dei tre consigli comunali non sono ancora arrivati e ieri lo stesso presidente della Commissione regionale Statuto Camillo D'Alessandro ha invitato i sindaci di Pescara Marco Alessandrini, di Montesilvano Francesco Maragno e di Spoltore Luciano Di Lorito a non prendere altro tempo: «Se i consigli comunali - aggiunge D'Alfonso - vorranno generare i geni invisibili della qualità della riflessione ne saremo ben lieti, ma se si pensa di agire con delle astuzie noi abbiamo fatto le scuole alte sulle astuzie. Come persona giuridica sarò un cinghiale affinché questo processo accada, mentre come persone fisica e politica mi impegnerò a non far essere tutto questo un inganno, a non scadere nella periferizzazione».
I TIMORI DEI SINDACI Insomma, il governatore ha fronteggiato le contrarietà espresse con assoluta franchezza dai tre sindaci (Spoltore era rappresentato dal capogruppo del Pd Giordano Fedele) a partire dal primo cittadino di Pescara: «Il progetto di legge sottoposto all'attenzione del consiglio comunale - lamenta Alessandrini - è un percorso a tappe forzate verso la Nuova Pescara. Sarebbe dovuta essere una riflessione da fare prima della legge. La sfida è di lungo periodo e passa prima dall'allineamento dei servizi dei tre enti». Sulla stessa lunghezza d'onda Maragno: «Partiranno una serie di ricorsi - avverte - laddove in maniera previdente non riusciremo a riorganizzare i servizi per evitare problemi al momento della fusione». Tempi troppo stretti anche per Spoltore: «Sarà una fusione a freddo - prevede Fedele -, avremmo preferito poter discutere per tempo posticipando la fusione, per procedere prima a un'unione dei Comuni». E poi c'è l'irritazione di dover terminare i rispettivi mandati amministrativi anzitempo, quattro mesi prima a Pescara e Montesilvano e due anni e mezzo prima a Spoltore. Secondo il costituzionalista dell'Università di Teramo Romano Orrù si può procedere: «Nel progetto di legge - chiarisce - si prevede esattamente chi fa cosa, entro quando e con quale strumento e gli attuali amministratori saranno i protagonisti di questo processo». Entusiasta il rettore dell'Università di Teramo Luciano D'Amico: «La Nuova Pescara - dichiara - servirà a vivere il futuro della quarta rivoluzione industriale, i problemi della fusione si risolvono». Anche per la sottosegretaria alle Riforme Maria Teresa Amici il voto referendario va rispettato: «I cittadini - conclude - hanno deciso di dare assenso per la ragione di un'efficienza della qualità della vita urbana che li spinge a vedere riconosciuto il loro diritto».