Nove mesi di lavori per ridare al porto un futuro di traffici e operatività. E' di ieri la consegna di lavori alla Rmc Costruzioni di Sarno, impresa che dovrà provvedere all'apertura della diga foranea per circa 70 metri e favorire lo sbocco del fiume in mare aperto con il suo carico di detriti. Tocca invece alla Mac Costruzioni di Resana (Treviso) realizzare una barriera soffolta, dal molo nord fino alla diga stessa, per arginare l'insabbiamento della darsena commerciale alimentato dalla corrente che spinge da nord. Intervento propedeutico, quest'ultimo, alla costruzione dei moli guardiani entro i quali delimitare il corso deviato del fiume. Le due imprese aggiudicatarie, è stato chiarito ieri, hanno subappaltato parte dei due interventi a una ditta di Chioggia e questo dovrebbe agevolare la sincronia dei lavori: come più volte evidenziato dalla Capitaneria, infatti, per l'efficacia dei progetti e per dare sicurezza alla navigazione in porto, è fondamentale realizzare più o meno in contemporanea la soffolta e l'apertura della diga.
Il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha voluto accanto a sè in banchina il sindaco Marco Alessandrini, l'amministratore delegato della Rcm Eugenio Rainone e l'ingegner Bentivoglio del Provveditorato alle opere pubbliche. «Questo lavoro costa tre milioni e mezzo, per il nuovo porto abbiamo 15 milioni e gli altri 5 verranno» ha detto il governatore, citando la conquista del nuovo piano regolatore portuale. «Ringrazio l'ingegner Battaglia, il Provveditorato alle Opere pubbliche con l'ingegner Bentivoglio, il Comune con Alessandrini e quelli che ci hanno creduto prima di lui» ha detto in risposta agli scettici. Non risparmiando stoccate a chi ha gestito l'emergenza porto negli anni in cui lui era sotto inchiesta: «Non avrei mai pagato 12 milioni un lavoro che ne vale 2, ma a quei tempi mi occupavo d'altro, ero nei palazzi di giustizia a difendermi, costretto da una manica di imbroglioni, in parte seduti in consiglio comunale a Pescara» ha detto con riferimento al dragaggio del 2013, presente in banchina Guerino Testa, all'epoca commissario del porto.
MORETTI ASSENTE Poi il ringraziamento «a chi ha fatto in modo che Pescara non mollasse» e in cima alla lista D'Alfonso ha messo l'ammiraglio Enrico Moretti, comandante della Direzione marittima, in procinto di lasciare Pescara, «mai burocratico e mai ventisettista, dove andrà farà bene e verrà ricordato come un co-sindaco della città». Parole che Moretti però non ha potuto ascoltare semplicemente perché ieri non era stato invitato a casa sua. Un'assenza piena di significato che non è passata inosservata. D'Alfonso, tesissimo, se l'è anche presa con la stampa che racconta il malandato porto di oggi in attesa di quello si spera efficiente di domani. Sullo sfondo della darsena giacciono i 300mila metri cubi della vasca di colmata da smaltire e i 5 mila appena dragati che, è stabilito, saranno stoccati in un sito a Sulmona. «Diamoci un taglio» ha detto Alessandrini per la diga foranea. «Lieti di dimostrare la nostra capacità imprenditoriale» ha concluso Eugenio Rainone.