PESCARA - "È stato goliardico l'atteggiamento nel corso di una seduta del Consiglio comunale di Pescara, durante la quale alcuni consiglieri hanno detto sì alla Nuova Pescara, ma vogliamo anche la sede delle Nazioni Unite".
Così il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, durante la registrazione del programma Rete8Economy, che andrà in onda questa sera alle 21, in riferimento all'ordine del giorno votato in Consiglio comunale a Pescara, alcuni giorni fa, da 9 esponenti del centrodestra e 6 della maggioranza, con il quale si chiede di avviare tutte le procedure, contestualmente all'iter relativo alla creazione della Nuova Pescara, per far sì che la nuova realtà sia anche capoluogo di Regione.
Alla trasmissione erano presenti anche il rettore dell'università di Teramo, Luciano D'Amico, e i sindaci dei tre comuni interessati dalla fusione: Marco Alessandrini (Pescara), Francesco Maragno (Montesilvano) e Luciano Di Lorito (Spoltore).
"Più che goliardia - ha aggiunto Alessandrini - considero la questione di Pescara capoluogo un'arma di distrazione di massa, qualcosa di anti-storico che è già stato definito, non senza dolore, quarant'anni fa".
Alessandrini ha affermato che "conta la qualità dei servizi da erogare e, facendo le debite proporzioni, se L'Aquila è Washington, Pescara è New York, la capitale della contemporaneità nel mondo, una sfida che la città di Pescara, ovvero la città dell'eterna fuga in avanti, dovrà essere in grado di raccogliere".
"Voglio cogliere le parti non millimetriche di apertura, avendo assistito ad una postura che complessivamente ha fatto registrare passi avanti", ha detto invece D'Alfonso in merito al dibattito sulla Nuova Pescara.
Il governatore ha ricordato che "questa iniziativa normativa e istituzionale è la conseguenza di un voto anticipatore della cittadinanza, che a me non ha mai donato emotività e che, però, mi ha impegnato a cercare di declinare dentro l'istituzione questa volontà esatta della cittadinanza di Montesilvano, Spoltore e Pescara".
Ha aggiunto che ciò che lo accomuna ai tre sindaci è il fatto che "non c'è nessuna genuflessione nei confronti dell'elemento demografico, che anzi, è elemento di antipatia, ma è la spinta generosa, autonoma e autentica di moltitudini di persone".
D'amico ha osservato che "al di là del fatto che un'entità più grande permette di ottimizzare i servizi e ridurre i costi, è la Regione Abruzzo ad avere bisogno di una città che guidi lo sviluppo economico nell'era dell'economia 4.0".
Più tiepido Maragno, secondo il quale "il voto dei cittadini è sacrosanto, ma se si analizza la questione da un punto di vista pratico, una fusione a freddo creerebbe solo problemi e per questo occorre lavorare da subito a una condivisione dei servizi".
Sulla stessa lunghezza d'onda Di Lorito, secondo il quale "mancano le infrastrutture che disegnino questa grande città, basti pensare che non c'è trasporto pubblico che arrivi da Spoltore a Montesilvano".
Il sindaco di Spoltore chiede dunque più tempo, rispetto alla data del primo gennaio 2019, e in ogni caso invita "ad assegnare un ruolo di primo piano ai Consigli comunali" attuali.