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Data: 21/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, ultimi mini-ritocchi del governo

ROMA L'ultimo appello il premier Paolo Gentiloni lo ha lanciato ieri dall'assemblea degli industriali di Alessandria, Novara e Vercelli. Sull'adeguamento dell'età pensionabile, ha detto il presidente del Consiglio, «mi auguro che le organizzazioni sindacali condividano lo sforzo che stiamo facendo». I sindacati, in realtà, arriveranno all'appuntamento di questa mattina a Palazzo Chigi divisi. Da un lato la Cisl di Annamaria Furlan, pronta a chiudere un'intesa. Dal lato opposto la Cgil di Susanna Camusso che nei fatti ha già bocciato il governo ed è pronta alla mobilitazione. In mezzo la Uil di Carmelo Barbagallo, con una posizione più articolata ma meno tentata dalla piazza.
I CONTENUTI
La preoccupazione, insomma, è anche quella di non far emergere questa spaccatura nel fronte sindacale oggi a Palazzo Chigi. Ma in che modo si potrà evitare? L'idea è quella che sia il governo a stilare un verbale dell'incontro, che però non sarà fatto sottoscrivere dai sindacati. Secondo i tecnici del governo non ce n'è bisogno. L'accordo complessivo con Cgil, Cisl e Uil è già stato firmato ormai più di un anno fa. Quello fa testo, l'attuazione non ha bisogno di una nuova sottoscrizione. Questo meccanismo dovrebbe permettere ai sindacati di fare autonome valutazioni sui contenuti dell'emendamento che Palazzo Chigi presenterà alla manovra di bilancio. Camusso, se vorrà, potrà scendere in piazza. Cisl e Uil, anche se con qualche distinguo, ritenersi soddisfatte.
Cosa ci sarà scritto nel verbale? Il grosso del lavoro è già fatto. La categoria dei lavori gravosi, per i quali l'aumento dell'età pensionabile resterà congelata, sarà allargata. Oltre alle undici categorie che già rientrano nell'Ape sociale, saranno aggiunti gli operai e braccianti agricoli, i siderurgici di seconda fusione (ma si potrebbero aggiungere anche quelli di prima fusione come chiesto dalla Cisl), i marittimi, gli addetti alla pesca e i lavoratori del vetro. L'adeguamento dell'età alle aspettative di vita sarà fatto sul biennio precedente. Fino a ieri a tarda sera era ancora in forse un allungamento dell'Ape sociale, ossia la possibilità di poter andare in pensione con 63 anni per i lavoratori gravosi, anche per il 2019. Se non entrerà nell'emendamento del governo, potrebbe essere lasciata la decisione al Parlamento. Così come un segnale concreto per i giovani: l'impegno ad affrontare il tema nella prossima legislatura e, forse, anche un primo segnale sulle soglie, con l'abbassamento di quella che obbliga ad aver accumulato contributi in grado di garantire una pensione pari ad almeno 1,5 volte la minima per poter lasciare il lavoro a 67 anni. Chi non ce la fa dovrebbe lavorare anche fino a 70 anni. La soglia verrebbe abbassata a 1,2 volte, rendendo più semplice il pensionamento.
LE ILLUSIONI
Malgrado palazzo Chigi faccia di tutto per evitare la politicizzazione della difficile trattativa, nel mercato elettorale pensioni e pensionati hanno sempre avuto un ruolo di rilievo. Lo sa bene Berlusconi che propone di elevare a mille euro le pensioni minime e lo sa anche la Camusso che ha annunciato lo sciopero per il 2 dicembre costringendo Mdp e SI a spostare di un giorno la kermesse fondativa della Cosa Rossa. E' per questo che a palazzo Chigi, come al Nazareno, ieri sera si facevano poche illusioni sulla possibilità di incassare anche il Sì della Cgil sul pacchetto di proposte che invece dovrebbe avere il via libera di Cisl e Uil. «Farò di tutto per arrivare ad una soluzione condivisa con i sindacati», sostiene Giuliano Pisapia. «Siamo al Natale in casa Camusso», afferma scettico Davide Parrini. Per l'esponente del Pd al segretario della Cgil «il presepe non piace a prescindere» poichè l'obiettivo sarebbe quello di tirare la volata ai scissionisti e sinistra radicale.

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