L'AQUILA Nel bel mezzo di un Consiglio ancora sul filo dei numeri, ieri il governatore Luciano D'Alfonso ha ricevuto un ok destinato a rappresentare un'altra svolta in tema di potenziamento delle infrastrutture di collegamento: arrivano 210 milioni di euro per le ferrovie che sono destinati a interventi di manutenzione e soprattutto a nuovi investimenti. Lo stanziamento deriva dai fondi Fsc (Sviluppo e coesione) ed è così ripartito: 111 milioni di euro serviranno per il raddoppio della tratta che va da Pescara a Chieti-Manoppello, come primo stralcio funzionale del programma di velocizzazione della Roma-Pescara; 75 andranno alla velocizzazione e alla elettrificazione della linea Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona; infine 24 sono destinati alla manutenzione straordinaria. D'Alfonso ha rivendicato in aula il risultato ottenuto: «Quando vado a Roma cerco di farmi carico degli obiettivi di questa regione. A seguito della semina che abbiamo fatto si è definito con un ok lo stanziamento. Sono andato 119 volte in 40 mesi tra palazzo Chigi e Mit. Sono molto soddisfatto: nel 900 questi risultati ci avrebbero fatto rieleggere quattro volte, ora dobbiamo fare i conti con il popolo di Barabba, ma lo faremo». «Dal potenziamento delle infrastrutture passa buona parte delle opportunità di sviluppo ha commentato Pierpaolo Pietrucci, presidente Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture - I margini ci sono, abbiamo cominciato con l'opera che permetterà attraverso la bretella di Pratola il collegamento ferroviario diretto tra il capoluogo e Pescara. Infine dobbiamo puntare a una ulteriore opera che non si pone in contraddizione con le altre. Assieme al presidente D'Alfonso, al consigliere delegato Camillo D'Alessandro e ai Comuni interessati incontreremo l'amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, per esaminare un progetto che ritengo strategico per tutto l'Abruzzo, di cui dobbiamo ringraziare i tecnici Fabio Fiori e Antonio Cicone. Da luglio abbiamo intrapreso un percorso che può costituire una vera e propria rivoluzione: il collegamento ferroviario, attraverso l'adeguamento della linea esistente e la realizzazione supplementare di una tratta, tra Ortona, Pescara, L'Aquila, Rieti, Rocca Sinibalda e Civitavecchia. Ha una valenza di tipo europeo, in quanto andrebbe a costituire la tratta centrale del corridoio Est - Ovest che da Barcellona arriva all'area balcanica connettendo i porti di Ortona. È un progetto serio che guarda al futuro e consente finalmente all'Aquila di stare dentro la partita del ferro, vitale, tanto da potere affermare che se ne fosse rimasta fuori sarebbe morta.
L'ASSISE
L'assise regionale è stata contrassegnata ieri dall'esiguità dei numeri (erano assenti Di Pangrazio, Gerosolimo e Di Matteo, ha retto la situazione D'Ignazio, formalmente all'opposizione, ricevendo il «grazie» di D'Alfonso) e dalle tensioni tra Cinque Stelle e Lucrezio Paolini, presidente al posto dell'indisponibile Di Pangrazio. Tutto è accaduto al momento del voto su una mozione per l'avvio di un'indagine conoscitiva sul progetto del Centro di archiviazione documentale Cadra. All'esito del voto, prima Paolini ha certificato l'assenza della maggioranza, poi ha fatto ripetere la votazione stessa all'atto dell'ingresso in aula di Camillo D'Alessandro, fino a quel momento ai margini. Sollevando gli strali dei Cinque Stelle: prima Marcozzi, poi Smargiassi e Pettinari hanno duramente attaccato la gestione della presidenza. Anche Febbo e Sospiri, Forza Italia, hanno attaccato: «Questa maggioranza ed in modo particolare il Partito Democratico si sfalda giorno dopo giorno e ha dimostrato tutta la sua precarietà, fragilità e incapacità amministrativa. Il Consiglio regionale convocato per la mattina è iniziato solo nel pomeriggio per problemi di numero legale e assenze pesanti per mal di pancia personali. Il presidente D'Alfonso si è presentato in aula solo per annunciare fondi Fsc a pioggia per il raddoppio della rete ferroviaria. Fondi ancora inesistenti, siamo ancora di fronte ai soli spot». Per quanto concerne gli altri temi, D'Alfonso ha garantito che non sarà realizzato il gasdotto da 21 chilometri nei pressi del lago di Bomba. Approvati anche il riconoscimento di debiti fuori bilancio per 4,5 milioni e la carta dei pericoli da valanga del Gran Sasso, proposta da Pietrucci.