PESCARA. Nuovo attacco del presidente regionale, Luciano D’Alfonso, ad un giornalista locale.
Dopo aver portato in tribunale Lilli Mandara, ex giornalista del Messaggero oggi titolare del blog Maperò, il governatore se l’è presa con un altro giornalista del Messaggero, Paolo Vercesi.
Un malessere che probabilmente il presidente covava già da qualche giorno, poi esploso ieri durante la cerimonia dell’avio dei lavori per il taglio della diga.
Già ai primi di novembre D’Alfonso non aveva gradito l’articolo "Via al dragaggio, i fanghi in discarica" in cui si parlava dei troppi «punti oscuri, motivo di dubbi e interrogativi su quel che sarà, considerato che il porto è bloccato a causa dell'insabbiamento sempre più grave».
Ne era seguita una telefonata di fuoco contro il giornalista Vercesi che ieri mattina è stato attaccato pubblicamente. Quando D’Alfonso lo ha visto lo avrebbe apostrofato ad alta voce dicendo «giornale sparaballe» , «articolo vergognoso» e tutta un'altra serie di considerazioni e allusioni a non precisate «gozzoviglie».
Sul caso intervengono Stefano Pallotta (Presidente Odg Abruzzo) e Adam Hanzelewicz (Segretario Sga):
«l’aggressione verbale subita dal collega Paolo Vercesi de “Il Messaggero”, alla presenza di numerosi testimoni, ancora una volta, evidenzia come l’esercizio critico della libertà di stampa non sia gradito da coloro che interpretano il ruolo politico alla stregua del manovratore che non ama essere disturbato. Il fatto, peraltro, si verifica in un momento nel quale i giornalisti sono vittime di aggressioni fisiche e di minacce di morte che evocano inquietanti scenari di degrado dei valori civili e di messa in discussione delle libertà fondamentali».
«È una situazione preoccupante», continuano Pallotta e Hanzelewicz, «che desta ancor più allarme quando chi ricopre incarichi di alto livello istituzionale abdica con istintiva noncuranza all’etica della responsabilità. L’Ordine del giornalisti e il Sindacato dei giornalisti abruzzesi esprimono solidarietà al collega Vercesi assicurandogli che la loro vicinanza è sostanziale poiché sulla tutela dei diritti dei giornalisti il livello di sicurezza, a vario titolo, è stato pericolosamente superato».
Solo qualche giorno fa Ezio Cerasi aveva lanciato un appello al presidente D’Alfonso chiedendogli di promuovere azioni penali contro i presunti diffamatori e non cause civile «altrimenti sembrano solo intimidazioni».
Nel passaggio del video che è stato caricato sulla pagina Fb di D'Alfonso si vede il presidente della Regione che parla a un microfono posizionato sulla banchina del porto e dice: «...Tutti quelli che hanno accumulato quintali di sciocchezze sull'impossibilità, l'inutilità, gli eccessivi costi, il fatto che comunque mai e poi mai sarebbero cominciati i lavori. Non mi vorrei trovare nei panni di tutti costoro…».
Il video pubblicato dura solo pochi secondi.
D’Alfonso in verità è sembrato avvelenato contro molti, essendo anche molto esplicito.
In un altro passaggio infatti ha detto: «non si può pagare 2 mln di euro di lavori, 12 milioni. Io allora ero altrove e mi occupavo di altro. Mi stavo difendendo dalle aule di giustizia perchè una manica di imbroglioni mi aveva portato a difendermi nelle aule di giustizia; una parte di questi imbroglioni sono seduti negli scranni della politica del consiglio comunale di Pescara. Inutili erano allora quando denunciavano ,inutili sono adesso quando continuano a denunciare»