La maggior parte non andrà ma c'è anche chi – l’unico esponente 5 Stelle e i due del Pd, che però chiedono un rinvio – accetterà l'invito di Gianluca Pomante. L'opposizione si divide sulla proposta del consigliere comunale e coordinatore regionale di Abruzzo civico di presentarsi oggi alle 16 dal notaio per firmare le dimissioni e di conseguenza mandare a casa il sindaco Maurizio Brucchi e la sua traballante amministrazione. Per ottenere l'effetto voluto servono 17 adesioni e ai 12 rappresentanti della minoranza dovrebbero aggiungersi ex alleati del primo cittadino, tra cui i sei di "Futuro in" che formano il gruppo di maggioranza relativa. Proprio il possibile intreccio con la lista civica che fa capo a Paolo Gatti raffredda l'opposizione.
SFIDUCIA IN AULA. I gruppi di "Insieme possiamo" e "Teramo cambia" con Maria Cristina Marroni insistono per «porre fine subito a questa esperienza amministrativa ma alla luce del sole, in un rigurgito di verità». Per Gianguido D'Alberto, Francesca Chiara Di Timoteo, Ilaria De Sanctis, Antonio Filipponi, Maria Rita Santone e la stessa Marroni l'iniziativa di Pomante è apprezzabile ma non si può prescindere da una chiara assunzione di responsabilità «per porre le basi di una vera liberazione non solo dal sindaco ma da tutto il sistema di potere che ha occupato la nostra città in questi anni». I sei consiglieri prendono atto dell'impossibilità di far approdare in aula la mozione di sfiducia, stilata a giugno dalla minoranza e a cui manca una firma per poter essere discussa, evidenziando «una mancanza di coraggio e di rispetto per la città nel tentativo comodo di rifugiarsi dietro una firma notarile». Per questo propongono l'immediata convocazione di una seduta consiliare, senza gettone di presenza, in cui discutere la situazione politica. «Se dovesse emergere la volontà della maggioranza di chiedere la fine della consiliatura», affermano, «ci presenteremo contestualmente davanti al segretario comunale per rassegnare le dimissioni e quindi far decadere la giunta con lo scioglimento del consiglio». In ogni caso, precisano i sei consiglieri, «non condivideremo azioni mediatiche di ipocrisia politica».
PROPOSTA "INDECENTE". La consigliera indipendente Paola Cardelli, affiancata da Totò Iacovoni in rappresentanza del circolo politico comunista "Santacroce" e del comitato degli inquilini delle case popolari di via Longo, definisce così l'invito di Pomante. Secondo lei, il coordinatore regionale di Abruzzo civico «si è prestato alle necessità elettorali di Gatti, facendosi suo portavoce». Ne consegue che Cardelli non ci pensa nemmeno a presentarsi oggi dal notaio. «La sede istituzionale per sfiduciare il sindaco è il consiglio comunale», osserva, «c'è una mozione proposta dall'opposizione che è stata anche rimodulata per renderla condivisibile anche da chi ha abbandonato la maggioranza, ma nessuno sembra esserne consapevole». La consigliera si dichiara «contro la politica rappresentata da Gatti e dal suo omologo in Regione Mariani». Per questo non raccoglierà l'invito di Pomante che, secondo lei, «non si è distinto in consiglio per attività di grande rilievo». Cardelli, tra l'altro, rivela che l'ex candidato sindaco l'ha querelata per alcune affermazioni da lui ritenute diffamatorie a seguito della mozione che il consigliere aveva presentato in aula per contrastare il diffondersi delle teorie gender nelle scuole. Per lei restano prioritari l'azzeramento definitivo del progetto dell'housing sociale di via Longo, la soluzione della vertenza Tercoop e l'attivazione della tariffa personalizzata per la Tia. «Andrò avanti su queste istanze», conclude, «potrebbe essere il momento buono per ottenere qualcosa».
C'È CHI DICE Sì. Il consigliere grillino Fabio Berardini, però, prende le distanze dai colleghi di opposizione che hanno respinto l'invito di Pomante e annuncia la sua presenza dal notaio. «A questo punto non è più possibile tergiversare e perdere tempo», afferma, «ora è necessario agire». L'obiettivo di «far cadere il peggior sindaco della storia della città» secondo lui va perseguito con ogni mezzo. «È assurdo continuare a chiedere la convocazione di ulteriori consigli comunali», osserva Berardini, «ai cittadini interessa solamente il risultato». In tarda serata, ieri, i vertici comunali e provinciali del Pd hanno inviato una nota in cui dichiarano che il gruppo (ridotto a due consiglieri) aderisce all’iniziativa di Pomante, ma «a causa della indisponibilità materiale di alcuni consiglieri, ed anche per consentire a tutti di maturare la medesima decisione, si ritiene necessario procedere a un differimento che non vada oltre l’inizio della prossima settimana da concordarsi con lo stesso notaio designato».