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Data: 23/11/2017
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Esperimento Sox, «Previsti più controlli». Lolli, «Messa in sicurezza è stata avviata»

PESCARA - "Per garantire le falde acquifere del Gran Sasso da circa due anni abbiamo avviato una rigorosa procedura di messa in sicurezza con un progetto che prevede totalmente autonomo il prelievo dell'acqua dalla galleria autostradale e del laboratorio dell'Istituto nazionale di fisica nucleare".
Lo ha detto il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, nel corso di un conferenza stampa convocata per spiegare la posizione della Regione Abruzzo in relazione alle attività scientifiche del laboratorio del Gran Sasso, in particolare l'esperimento nucleare in corso ai Laboratori del Gran Sasso che tante polemiche sta portando, come quella per il servizio della trasmissione Le Iene di Italia1 in cui il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, strattona la giornalista Nadia Toffa.
"Il problema esiste, perché l'attuale sistema presenta delle criticità che possono generare contaminazioni dell'acqua anche se finora gli episodi registrati non hanno prodotto particolari allarmi; da qui l'idea di disarticolare il sistema di raccolta e distribuzione delle acque cambiando la collocazione e la composizione della condotta stessa. In attesa che questa operazione complessa e costosa sia portata a compimento - ha affermato quindi Lolli - abbiamo costituito un tavolo con tutti gli attori pubblici e privati interessati che ha creato un protocollo molto vincolante che prevede procedure di sicurezza aggiuntive rispetto a quelle previste dalla normativa nazionale per gli esperimenti che porterà avanti il Laboratorio del Gran Sasso".
"Il protocollo sottoscritto da tutti i soggetti, compreso l'Infn, dice che 'tutte le procedure che avvengono all'interno del laboratorio e della galleria autostradale quando vengono usati materiali che possono in qualche modo interferire o essere pericolosi devono avere un'autorizzazione in più dalla Regione'. È successo, invece, nel caso dell'esperimento che non c'era pervenuta alcuna comunicazione, nonostante l'esperimento stesso fosse stato autorizzato dallo Stato mediante l'Ispra e dalla Asl che a sua volta l'aveva comunicato alla Regione. Noi però non ci accontentiamo di queste procedure nazionali: fino a quando quel sistema non verrà messo totalmente in sicurezza nel modo in cui noi intendiamo e con il progetto che potrà contare anche su un finanziamento statale, noi continueremo a chiedere procedure aggiuntive", ha precisato poi.
"L'errore - ha proseguito - è consistito nel fatto che nessuno ha comunicato al tavolo l'attuazione dell'esperimento e quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo detto agli interessati di bloccare le procedure stesse e di mettere in atto le prescrizioni aggiuntive previste nel protocollo".
"Questo - ha detto ancora Lolli - non significa bloccare l'attività scientifica e di ricerca del Laboratorio, ma siccome ci troviamo su un territorio delicatissimo è necessario che i sistemi di sicurezza siano più penetranti anche a costo di prevedere una ridondanza di attenzione".
Il vice presidente ha inoltre lamentato che la trasmissione di Italia1 Le Iene, che ieri ha mandato in onda ieri un servizio sul tema nel quale il governatore D'Alfonso ha reagito alle domande della giornalista Nadia Toffa prima col silenzio e poi con strattoni e spinte,"in merito al paventato rischio idrico del Gran Sasso", ha riportato una sua intervista parziale nella quale "vengono estrapolate alcune mie parole decontestualizzate dalla questione che è ben diversa da come il programma ha raccontato".

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