La Regione deve investire sulla formazione del capitale umano per sostenere e non subire i cambiamenti determinati dall'industria 4.0 sul mercato del lavoro. È il grido d'allarme lanciato dala cda di Fondimpresa Abruzzo, la società formata da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. «A Fondimpresa aderiscono in Abruzzo - spiega il presidente Nicola Di Giovannantonio - 6.549 aziende e 115.545 lavoratori, che hanno scelto di destinare lo 0,30% delle tasse a questo fondo che finanzia la formazione attraverso dei progetti specifici in linea con le esigenze del mercato del lavoro. Sono 1.633 le aziende della provincia di Pescara, la seconda in regione, per un totale di 20.793 lavoratori, che hanno avuto accesso dal 2004 ad oggi ai bandi che Fondimpresa ha destinato alla formazione del capitale umano, ma occorre che la Regione utilizzi meglio le sue risorse». Chiede alla Regione di spendere in modo più efficace i fondi pubblici attraverso l'istituzione di un osservatorio permanente sui bisogni formativi del mercato del lavoro, il cda di Fondimpresa, a appartengono oltre al presidente Nicola Di Giovannantonio e alla vice presidente Monica Di Cola, in rappresentanza della Uil, anche Luigi Di Giosaffatte, direttore generale Confindustria Chieti Pescara, Carlo Imperatore, direttore Confindustria L'Aquila Abruzzo interno, Rita Innocenzi, segreteria Regionale Cgil e Rocco Rossi della Cgil Abruzzo.
«Riteniamo prioritario e non più rinviabile - sottolinea Monica Di Cola - realizzare in una logica di collaborazione con il Governo regionale un'accurata analisi dei fabbisogni formativi e occupazionali, con la costituzione di un osservatorio permanente, e costruire un sistema di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze acquisite. Le aziende e i lavoratori abruzzesi sono fortemente penalizzati dall'assenza di un sistema di certificazione delle competenze». Le imprese fanno già la loro parte sulla formazione, ma anche la Regione ci deve mettere del suo, spendendo in modo più efficace e razionale i fondi per la formazione, piuttosto che attivare gli ammortizzatori sociali dopo.
350 MILIONI BUTTATI «Negli ultimi 6-7 anni la Regione ha speso - precisa Luigi Di Giosaffatte - 350 milioni di euro per la formazione, ma per costituire un osservatorio permanente sui reali fabbisogni formativi del tessuto produttivo basterebbero 150 mila euro all'anno. Le parti sociali hanno fatto fronte comune sulla formazione e si sono strutturate condividendo con Fondinoresa dei piani formativi per assicurare un supporto professionale alle aziende del territorio. Le competenze sulle quali i piani di formazione si focalizzano riguardano per lo più la capacità di lavorare in gruppo, la flessibilità e l'autonomia, seguite dalle capacità comunicative e di soluzione dei problemi, mentre le finalità dei progetti formativi approvati si concentrano in particolar modo su tre aspetti: il mantenimento-aggiornamento delle competenze, la competitività d'impresa e l'innovazione e, infine, la formazione obbligatoria».