“Non è vero che diciamo sempre no. Abbiamo anche fatto recentemente un accordo col governo sui contratti pubblici. Sulle pensioni, invece, c'è una distanza di impianto”. Con queste parole Susanna Camusso torna sulla rottura col governo al tavolo sulle pensioni. Lo fa oggi, ai microfoni di “Radio Anch'io” di Radio1.
“Il sistema previdenziale – ha detto ancora il segretario generale della Cgil – deve dare certezze a tutti, mentre la condizione attuale determina storture e ingiustizie”. Il no della Cgil alle proposte del governo, dunque, è un no a un “sistema profondamente ingiusto per i giovani e peraltro molto costoso”.
Per il sindacato di corso d'Italia, infatti, la proposta del governo si muove ancora per deroghe, per piccoli interventi, e questo rende incerto il sistema previdenziale. Camusso, nella conferenza stampa appena successiva al tavolo del 21 novembre, aveva anche rimarcato “la significativa distanza tra le proposte fatte e gli impegni assunti dal governo col documento del 2016” e l'assenza di “risposte sufficienti sulla pensione dei giovani, sulle donne, sul sistema previdenziale legato all'aspettativa di vita”. Nonché “troppo poca attenzione ai temi del lavoro”.
Susanna Camusso oggi ha invece ricordato i dati recentemente forniti dalla confederazione di corso d'Italia in un'analisi effettuata dall’ufficio previdenza, secondo i quali “la platea toccata dall’accordo proposto dall'esecutivo supera appena i 4 mila interessati”.
“Non siamo il braccio di Mdp”, ha poi detto la sindacalista in risposta ad alcune analisi politiche apparse questa mattina sui giornali. Le scelte della Cgil, al contrario, non presentano una “lettura politica”. “Ci occupiamo solo dei lavoratori – ha detto – che ci dicono ‘non ce la facciamo più'”.
Riguardo alla mobilitazione annunciata dal sindacato per il 2 dicembre, Camusso ha concluso affermando: “Valuteremo eventualmente altre forme di protesta successive a quella data”.