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Pescara, 24/07/2024
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Data: 24/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
La gioia e la rabbia «Non è finita mancano due nomi»

PESCARA Lacrime di gioia, ma allo stesso tempo lacrime di rabbia per i parenti delle 29 vittime. Gioia nello stringere finalmente fra le mani, dopo mesi di attesa, la lista con i nomi e i cognomi dei presunti responsabili della morte dei loro cari; rabbia per le tante persone coinvolte. Persone che quella tragedia avrebbero potuto evitarla. E per condividere insieme questo momento e per manifestare la loro gratitudine alla procura per il lavoro che sta svolgendo, nel primo pomeriggio si sono incontrati sotto Palazzo di Giustizia. «Appena appresa la notizia ha spiegato Gianluca Tanda, portavoce del Comitato familiari - il desiderio di tutti è stato quello di vederci e di ringraziare il procuratore. Ma sappiamo che non è finita qui. Siamo soddisfatti, ma non del tutto. Nella lista degli indagati mancano ancora il presidente della Regione D'Alfonso e la funzionaria della prefettura che non credette alle richieste d'aiuto di Quintino Marcella». «Non è finita qui, ne sono certo», ribadisce il pasticcere di Monterotondo Giampaolo Matrone, rimasto gravemente ferito ad un braccio nella tragedia in cui ha anche perso la moglie Valentina Cicioni. E ripete che «all'appello manca ancora D'Alfonso. Lui manca. Se non c'entra, avrà modo di discolparsi, però tra gli indagati deve esserci. Anche la funzionaria della prefettura deve fare la sua parte. Questi due nomi me li aspetto la prossima volta. Oggi comunque per noi è una bella giornata. Appena mi hanno informato degli avvisi di garanzia, ho pianto. In quel momento stavo facendo la fisioterapia, ho lasciato tutto, ho chiamato Tanda e gli ho detto partiamo, andiamo subito a Pescara. Nel tornare a casa per prepararmi, ho versate lacrime, tante lacrime. Ho continuato a piangere nel vedere poi tutti i nomi degli indagati. Erano quelli che volevamo. Una gioia che avevo bisogno di condividere con chi è nelle mie stesse condizioni. La gioia più grande prosegue è stata comunque vedere l'ex prefetto Provolo fra gli indagati. Ora chiediamo che tutte le persone coinvolte lascino i loro incarichi. Hanno già fatto troppi danni. Vanno rimossi. E comunque devono difendersi, quindi tornassero a casa».
LA PERIZIA SUI SOPRAVVISSUTI
«Da queste persone aggiunge Tanda non abbiamo mai ricevuto scuse, anzi qualcuno ci ha detto che ha fatto più di quello che doveva fare. Adesso ci affidiamo alla giustizia e al bel lavoro che la magistratura sta facendo». «Un lavoro minuzioso», conferma Matrone. «Venerdì scorso fa presente mi ha telefonato un carabiniere forestale dicendomi che mi sarei dovuto presentare, come anche altri sopravvissuti, all'istituto di medicina legale di Chieti per essere sottoposto ad alcuni esami collegati alle indagini sugli effetti prodotti dai presunti ritardi nei soccorsi. Io mi sono precipitato. Lì ho intuito che stavano per chiudere una parte delle indagini». «Ce lo aspettavamo sottolinea Mario Tinari, il papà di Jessica -. Ora cerchiamo giustizia. Ormai c'è rimasta solo quella. Io provo tanta rabbia nel vedere quante persone non hanno assolto al loro dovere». E tanta rabbia continua a provare Alessio Feniello, papà di Stefano, in un primo tempo inserito nella lista dei sopravvissuti. «È grazie alla battaglia che sto conducendo dal primo giorno dice che oggi abbiamo 23 persone indagate. Ora ne aspetto altre due. Ho sempre sostenuto che il tempo delle vacche grasse è finito. Ho promesso che finché avrò vita combatterò contro questo sistema marcio e non mi fermerò davanti a niente e nessuno». «Iniziamo a fare sul serio aggiunge Marco Foresta, figlio di Tobia Foresta e Bianca Iudicone -. La procura è andata dietro nel tempo ed è quello che volevamo».

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