Boom dei contratti a chiamata nei primi nove mesi del 2017: tra gennaio e settembre sono stati 319.000conunacrescita del133% sullo stesso periodo del 2016, quando se ne registrarono 137.000.Lo rivela l’Inps nel consueto Osservatorio sul precariato, segnalando come l’andamento, insieme alla crescita dei contratti in somministrazione (+20%) e di quelli a termine, sia legato «alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher»cancellati a marzo scorso e reintrodotti da luglio (contratti di prestazione occasionale) solo per le famiglie e le imprese con meno di 6 dipendenti. Più in generale anche stavolta si registra un calo delle assunzioni fisse (-3,5%)non più trainate dalla decontribuzione, e un aumento di quelle precarie (+27,3% contratti a tempo determinato, +26,9% apprendistato). Cosicché l’incidenza dei contratti stabili sul totale assunzioni scende al 24%contro il 38,3% dei primi 9 mesi 2016. Nel complesso i nuovi rapporti di lavoro (fissi e a termine) nel periodo sono stati 5.2070.670 (+20,1%) a fronte di 4.529.861 cessazioni (+16,9%). Il saldo totale dei nuovi contratti è così positivo per 740.809 unità superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+516.000) che del 2015 (+658.000).