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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Comune, rischio ribaltone. Liris: «Pronti anche a tornare al voto». La reazione del centrodestra dopo la sentenza del Tar che dispone il riconteggio delle schede in 11 sezioni. Cautela a sinistra

L'AQUILA Uno strano silenzio dopo i mesi di botta e risposta soprattutto sui social tra il centrodestra al governo della città e il centrosinistra sconfitto. Poca voglia di parlare, sia a destra sia a sinistra, dell'argomento del momento: il riconteggio dei voti delle passate amministrative relativi ad alcune sezioni elettorali, come disposto dai giudici del Tribunale amministrativo regionale che ha accolto il ricorso presentato dalle opposizioni di centrosinistra. Una questione «troppo delicata».
«PRONTI A RIVOTARE». A dare una risposta univoca è il vicesindaco forzista Guido Quintino Liris. Se, al termine delle operazioni affidate a un funzionario della prefettura, come disposto dal Tar, il risultato dovesse essere negativo per la maggioranza del sindaco Pierluigi Biondi, «non avremmo alcun problema a tornare al voto e ad affrontare di nuovo l'elettore della nostra città, al quale richiedere la sua fiducia chiarendo una volta per tutte quale sia la volontà degli aquilani e da chi vogliono essere amministrati. Di certo», aggiunge, «non accetteremo "pasticci" oppure situazioni controverse. È questa la posizione condivisa da tutti, sindaco compreso». TEMPI LUNGHI. Per l'esito del riconteggio cè ancora molto da attendere. «Aspettiamo fiduciosi», conclude Liris, «ma il fatto che l'udienza ci sarà a marzo mi fa pensare che si voglia aspettare il giudizio del Consiglio di Stato sulla situazione di Avezzano, per avere un metro di paragone da adottare per il caso dell'Aquila». Dello stesso parere di Liris è anche il coordinatore provinciale di Noi con Salvini, l'assessore all'Ambiente Emanuele Imprudente. «L'impressione», dice, «è che si voglia aspettare il pronunciamento dei giudici sulla situazione di Avezzano». Per Imprudente, dal riconteggio delle schede la maggioranza uscirebbe, al contrario, rafforzata. «Se si va al riconteggio, sono sicuro che usciranno ancora più voti per il centrodestra», dice, ritenendo «anomalo» il pronunciamento del Tar sul ricorso, quantomeno sul fronte della tempistica, rapidissima rispetto ad altri casi avvenuti in passato.
A SINISTRA. Poca voglia di parlare nel centrosinistra, che preferisce perlopiù restare in attesa del verdetto previsto a marzo del 2018. Sono 41 i voti da recuperare. Preferisce dunque non parlare Americo Di Benedetto, lo sfidante di Biondi in campagna elettorale, perché «si tratta della certificazione della regolarità della competizione elettorale» che «spetta ad altri, (i giudici, ndr) portare a compimento». Un silenzio, quello dell'ex presidente della Gran Sasso acqua, dettato dalla volontà di «rispettare le regole». Certo, tra le righe, pare di avvertire una sottile approvazione per l'ammissione del ricorso, basato su una ricostruzione molto circostanziata dell'esito del voto nelle sezioni «critiche» eseguita dall'avvocato Claudio Verini. No comment anche dalla consigliera del Pd Emanuela Iorio. Fiducioso, invece, Elia Serpetti della lista "Il Passo possibile", che, ricorda, si è ritrovato «dieci voti di differenza» al momento in cui il verbale elettorale è stato portato in prefettura. Chi si lascia andare a un'analisi più approfondita è il secondo non eletto in quota Pd, Carlo Benedetti, ex presidente del consiglio comunale e fondatore del "pensatoio" di sinistra, "Globuli rossi". «Si potrebbe arrivare a quello che la legge prevede: l'attribuzione del premio di maggioranza al raggruppamento di liste che nel primo turno superava il 50%», commenta . «La mancata attribuzione del premio di maggioranza provocherebbe uno sconvolgimento dell'attuale consiglio comunale, il sindaco Biondi è stato eletto con meno voti in assoluto e in percentuale (16mila)». Quanto a eventuali nomi di esclusi che potrebbero rientrare in consiglio, per Benedetti «ci addentriamo nella fantapolitica».

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