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Data: 26/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
La web tax slitta al 2019 Per il superticket abolizione in tre anni

ROMA La web tax, la tassa sui giganti di internet, inizia ad assomigliare sempre più ad un miraggio. Ogni volta che sembra a portata di mano si allontana. La norma che entrerà in manovra, firmata dal senatore Dem Massimo Mucchetti, non sarà immediatamente operativa. Le varie Google, Facebook, Twitter, non inizieranno a pagare la web tax del 6% sui servizi digitali nel 2018, ma soltanto nel 2019. Se tutto andrà bene e se il prossimo governo non deciderà altrimenti. Lo slittamento è stato inserito nella terza versione dell'emendamento Mucchetti. La giustificazione alla decisione è che si è deciso di allargare la platea delle aziende assoggettate alla tassa. Nelle versioni precedenti il balzello colpiva soltanto il «business to business», ossia le transazioni tra sole aziende. Nella nuova versione la tassa viene estesa anche al «business to consumer», ossia anche agli acquisti effettuati dagli utenti finali. Non è una novità da poco. Se prima un colosso come Amazon sarebbe restato fuori dal campo dell'imposta, adesso ci rientrerà. L'altra novità è che saranno le banche a dover trattenere l'imposta prelevandola dai bonifici per poi versarla allo Stato. La norma, ha spiegato Mucchetti, «dà una cornice anche per il business to consumer, starà poi al governo con i decreti attuativi definire le attività». Il secondo testo della proposta «era organizzato solo per il business to business perché le imprese erano chiamate a fare i sostituti d'imposta, funzione che non era attribuibile ai consumatori», ha spiegato. Aver superato questo scoglio, attribuendo alle banche il ruolo di sostituti, permette di fatto di allargare quindi anche al business to consumer. «Sulla web tax al Senato», ha detto il presidente della Commissione bilancio della Camera Francesco Boccia, «mi pare ci sia stato un confronto serio. Vediamo come chiudono», ha aggiunto, «e se sarà necessario fare delle ulteriori correzioni le faremo alla Camera»
LE ALTRE NOVITÀ
Il problema tuttavia, è anche un altro. Lo slittamento della web tax apre anche un problema di coperture per il 2018 a cui il governo dovrà mettere una pezza. Il prelievo sui giganti di internet non è l'unica novità di ieri. In Commissione al Senato è stato approvato a larga maggioranza anche il fondo per gli orfani di femminicidio, con una dotazione di due milioni e mezzo l'anno per il triennio 2018-2020. L'emendamento alla legge di bilancio presentato da Francesca Puglisi ha trovato in commissione il voto favorevole di tutti i gruppi. Ieri sono poi proseguite le riunioni di maggioranza per trovare un accordo sulle questioni lasciate in sospeso. Il rinnovo del bonus bebé, l'assegno da 80 euro al mese per i nuovi nati, chiesto da Alleanza Popolare sarà confermato. I centristi, però, dovranno rinunciare all'innalzamento della soglia di reddito entro la quale i figli sono ancora considerati a carico dei genitori. Il bonus bebé avrebbe drenato risorse anche ad altre richieste. Resta l'apertura selettiva all'abolizione dei superticket che dovrebbe avvenire in tre anni, ma con uno stanziamento iniziale non superiore a 100 milioni di euro sui 700 milioni necessari. Non è ancora chiaro, invece, cosa abbia ottenuto Ala, che in Senato costituisce una stampella importante del governo. La richiesta principale era quella di una mini riapertura del condono edilizio, ma su questo il muro del governo è stato solido.

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