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Data: 26/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Privatizzazioni, Cassa Depositi e Prestiti pronta ad acquisire le quote di Enav e Eni

ROMA Fasi finali per la cessione delle quote del Tesoro in Eni ed Enav a Cassa Depositi e Prestiti. L'operazione, che rientra nell'ambito del dossier privatizzazioni del governo indispensabile per la riduzione del debito pubblico, dovrebbe infatti avvenire nella seconda metà di dicembre. Il primo passaggio è stato compiuto qualche giorno fa, il 22 novembre, con l'esame preliminare di una informativa nel cda della Cassa, in cui si è dato conto della lettera d'invito arrivata dal Tesoro per acquistare quote nelle due società. La delibera formale di accettazione della proposta del Mef potrebbe arrivare, quindi, al prossimo consiglio ordinario della Cassa, in programma il 13 dicembre. Ma non è escluso che si vada ad un cda straordinario convocato appositamente. Dopo di che il Mef dovrà formalizzare attraverso un decreto ministeriale il passaggio di proprietà delle quote.
In ogni caso, l'operazione dovrà essere conclusa entro fine anno, perché il Tesoro deve rispettare gli obiettivi fissati per le privatizzazioni, che sono per questanno dello 0,2% del Pil, ovvero circa 3,5 miliardi.
Il Tesoro detiene attualmente il 53,37% di Enav e il 4,34% di Eni, ma in entrambi i casi non dovrebbe liberare la sua intera partecipazione. Secondo indiscrezioni a Cdp dovrebbe passare il 50,37% del capitale Enav e il 3,34% di Eni. Al Mef, dunque, resterebbero una quota del 3% di Enav e una dell'1% in Eni, che gli consentirebbero di continuare a essere presente in società che reputa strategiche.
Nel 2016 il programma di privatizzazioni del governo non ha raggiunto i risultati sperati. I proventi realizzati dalle privatizzazioni di partecipazioni dirette e indirette sono stati pari a circa 0,1 punti percentuali del Pil. Dalla vendita del 46% di Enav sono entrati 834 milioni, affluiti al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato. A ottobre 2016 il 35% di Poste è passato, tramite un aumento di capitale riservato, a Cdp per un ammontare di 2,9 miliardi di euro. Il Tesoro detiene ancora una partecipazione residua nel capitale di Poste pari al 29,26%.
IL FARO UE
Gli introiti da privatizzazioni sono essenziali per la riduzione del grande fardello dei conti pubblici italiani, il debito pubblico, che continua ad aggirarsi attorno al 132% del Pil. «Un livello troppo alto. Motivo di preoccupazione sia per l'Italia, che per l'Eurozona» ha ribadito ancora l'altro giorno il commissario Ue per l'Economia Pierre Moscovici. nella lettera inviata da Bruxelles a Padoan nei giorni scorsi, non è prevista nessuna correzione della manovra, rinviando il giudizio alla prossima primavera. Sarà allora che l'esecutivo Ue «intende riesaminare il rispetto dell'Italia dell'obiettivo di riduzione del debito». Il rischio, quindi, resta quello di un'apertura a maggio di una procedura per debito eccessivo. Rispettare il piano di privatizzazioni resta quindi sempre più cruciale.

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