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Data: 27/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso la manifestazione del 2 dicembre - Pensioni, il Senato blinda l'intesa

ROMA Via all'uscita di 14.800 lavoratori nel 2019, in deroga alle norme previdenziali, via alla web tax che dovrebbe essere applicata a partire dallo stesso anno. La legge di Bilancio avanza con un po' di affanno in commissione Bilancio del Senato, dove ieri nella giornata domenicale si è lavorato sia di mattina che di pomeriggio, ma con varie pause dovute a nodi politici da sciogliere. In particolare ci sono state resistenze dal gruppo Ala (quello di Verdini), decisivo per gli equilibri in commissione. A fine giornata però è stato approvato quasi senza modifiche l'emendamento del governo che recepisce l'intesa sulla previdenza con Cisl e Uil (avversata invece dalla Cgil).
LA DISCUSSIONE
Con questo voto si chiude di fatto la discussione sul capitolo delle categorie esentate dal meccanismo dell'aspettativa di vita, anche se oggi sono in programma gli incontri (separati) tra le delegazioni dei tre sindacati e il Pd. Le deroghe all'aumento dei requisiti nel 2019 (sia per la vecchiaia, a 67 anni, che per l'anzianità) riguardano le 15 categorie già individuate, con un numero di lavoratori esentati che nelle stime del governo cresce dagli iniziali poco meno di 15 mila fino a quasi 21 mila nel 2027. Si tratta ora di attuare la seconda parte dell'accordo, quella che dovrà estendere l'Ape sociale (l'indennità che può essere percepita dai 63 anni in attesa della pensione definitiva) ad altri gruppi professionali e l'ulteriore allentamento dei relativi requisiti per le lavoratrici con figli. Questo passaggio avverrà con tutta probabilità alla Camera, perché prima è necessario verificare quante sono le risorse finanziarie avanzate rispetto all'utilizzo del primo anno. E a proposito di risorse, quelle necessarie per finanziare le deroghe vengono da alcuni fondi tra cui quello destinato a finanziare il Jobs Act e da limature ai bilanci dei ministeri.
LA WEB TAX
Intanto l'unica novità approvata nella serata di ieri rispetto all'originale emendamento governativo riguarda un altro istituto che permette di andare in pensione anticipatamente, istituito nel 2012: la cosiddetta isopensione. Si tratta di un'uscita totalmente a carico dell'azienda, che non comporta quindi oneri per il bilancio dello Stato. Finora queste forme di scivolo, utilizzate da grandi imprese in caso di ristrutturazioni - potevano durare al massimo quattro anni: con l'emendamento voluto proprio dal gruppo Ala si arriverà fino ad un massimo di sette.
In mattinata era stata approvato anche l'emendamento sulla web tax: il prelievo a carico dei colossi digitali dovrebbe entrare in vigore nel 2019, con un gettito che nel primo anno si attesterebbe a 114 milioni. La versione riformulata include anche le transazioni che coinvolgono i consumatori e prevede quindi che ad applicare il prelievo siano le banche attraverso le quali passano i pagamenti. Ma anche questo aspetto probabilmente avrà bisogno di ulteriori messe a punto.
L'esame della manovra in commissione riprende questa mattina, l'arrivo del testo in aula è previsto per mercoledì».

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