TERAMO E' un primo punto fermo quello che la Procura mette nell'inchiesta in corso da oltre due anni sul doppio incarico pubblico di Luciano D'Amico, rettore dell'ateneo teramano e, fino a febbraio, presidente della Tua, la società unica abruzzese di trasporto. Lo fa chiudendo indagini complesse e notificando l'avviso di conclusione al rettore e ad altri due indagati: Mauro Mattioli, attuale direttore generale dell'Izs, nella sua veste (all'epoca dei fatti) di direttore generale della fondazione dell'ateneo e un docente universitario a cui fino a ieri sera l'atto non era stato ancora comunicato (e per questo per ora non ne riportiamo le generalità). Il sostituto procuratore Davide Rosati (titolare del fascicolo) al rettore contesta l'indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e due ipotesi di peculato di cui una in concorso con Mattioli. Secondo l'accusa della Procura D'Amico, si legge nell'avviso, «nella sua qualità di rettore e docente ordinario a "tempo pieno" di economia aziendale della Unite, mediante l'omissione di informazioni dovute o, comunque, adottando un comportamento di mero silenzio antidoveroso, conseguiva indebitamente per sè erogazioni pubbliche ammontanti alla complessiva somma pari ad euro 57.129, 56. In particolare avendo assunto la carica di presidente del Cda dell'Arpa Spa, e successivamente della Tua Spa, a causa dell'impegno profuso per lo svolgimento di tali incarichi, non avendo conseguentemente svolto le attività previste per il docente a tempo pieno, bensì quelle di minor impegno professionale previste per il docente a tempo definito, ometteva di darne formale comunicazione agli organi preposti dell'ateneo, in tal modo conseguendo indebitamente l'indennità "carica accademica" (indennità rettore), connessa alla carica di rettore dell'università degli studi di Teramo». Ruolo che, si legge ancora nell'avviso «può essere rivestito unicamente da docente a tempo pieno. Il 27 maggio del 2016 l'assemblea ordinaria della società Tua autorizzava la predetta società a rimborsare l'università di Teramo la complessiva somma pari ad euro 76.731,98 «quale restituzione a titolo di copertura della quota di retribuzione percepita dal professor D'Amico in qualità di docente a tempo pieno rispetto a quella prevista per il docente a tempo definito, in ragione della carica di presidente assunta presso la società Arpa prima e della società Tua dopo». Ma il pm contesta a D'Amico anche due ipotesi di peculato: la prima per la consegna, nell'ambito della cerimonia "Welcome Matricole" del novembre 2013, di 10 tablet di proprietà dell'università al personale tecnico di supporto all'intervento degli artisti Ficarra e Picone. Episodio rispetto al quale, sempre secondo l'accusa, l'università avrebbe ricevuto un danno patrimoniale di 2.671 euro. Sempre nella stessa inchiesta il rettore è indagato questa volta in concorso con Mattioli per un'altra ipotesi di peculato. Secondo la Procura Mattioli nel 2013, in qualità di direttore generale della fondazione dell'Ateneo, e quindi in un periodo in cui risultava in aspettativa, avrebbe comunque richiesto l'indennità di risultato prevista quale docente ordinario a tempo pieno della facoltà di medicina veterinaria. Indennità che, secondo la Procura, non gli sarebbe spettata e che sarebbe stata erogata in virtù del visto autorizzativo apposto dal rettore. Si legge a questo proposito nell'avviso in riferimento a D'Amico «apponendo il visto autorizzativo consentiva con procedimento irrituale e non conforme che consentiva al Mattioli di percepire i compensi richiesti». Il terzo docente universitario è indagato per abuso d'ufficio per degli atti firmati in relazione al caso del doppio incarico del rettore.