ROMA C'è chi, come la senatrice Laura Bignami di Movimento X, che sull'argomento ha combattuto una lunga battaglia, parla di «data storica». Qualcun altro di «notizia rivoluzionaria». Fatto è che ieri, l'emendamento alla manovra che finanzia con 20 milioni l'anno per tre anni, il fondo per chi si prende cura di un familiare disabile o non autosufficiente (i cosiddetti caregivers), è stato approvato con un consenso unanime. Anzi, c'è stata quasi una corsa di senatori di tutti i gruppi parlamentari a mettere una firma in calce alla norma. L'emendamento definisce quindi il caregiver come «la persona che assiste e si prende cura del coniuge, di una delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata, o sia titolare di indennità di accompagnamento». Un primo passo, perché in Parlamento è ancora fermo il disegno di legge che voleva dare qualche certezza in più ai familiari che assistono i familiari. Ma è un passo decisivo, perché il governo, fino a ieri, aveva sempre negato un sostegno economico a quel progetto. Ora che i soldi, anche se pochi, ci sono, bisognerà vedere come usarli. Le richieste e le proposte sono tante, come quella di versare contributi figurativi nei periodi di assistenza al familiare.
LO SLITTAMENTO In una manovra che procede a scartamento lento (con la maggioranza sempre sul filo) e il cui approdo in aula è slittato a domani per la necessità di trovare un compromesso politico su ogni emendamento con i senatori di Ala, quella sui caregivers non è l'unica novità. Un compromesso è vicino anche sull'abolizione del superticket chiesta da Mdp. Sarà graduale. Dei 500 milioni che, secon do il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sarebbero necessari per cancellare completamente il balzello, nel 2018 i fondi a disposizione saranno solo 60 milioni. Arriva poi un aiuto alle librerie, che avranno uno sconto fiscale sulle tasse e sugli affitti. Dal 2018 potranno godere di un credito d'imposta per un importo non superiore a 20.000 euro, limitato a 10.000 euro le librerie così dette «non indipendenti». Il credito è riconosciuto nel limite massimo di 4 milioni di euro per l'anno 2018 e di 5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019 ed è parametrato agli importi pagati dagli esercenti quali Imu, Tasi e Taru, nonché alle eventuali spese di locazione. Intanto i 65 componenti del Cnel avranno diritto all'indennità e ai rimborsi. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento che sopprime le norme vigenti e ne mette in campo di nuove, per consentire ai componenti del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro di avere di nuovo a disposizione risorse statali. Prima di tutto viene abolita la normativa vigente, contenuta nella legge di stabilità 2015, che vietata ai componenti del Cnel di effettuare spese a carico della finanza pubblica. Poi si stabilisce che potranno essere corrisposti ai componenti del Cnel un'indennità e rimborsi delle spese «di viaggio e soggiorno, effettivamente sostenute e documentate». Scontro infine nel governo su un emendamento di Ap per anticipare alcune norme sul processo breve.