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Data: 29/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«D’Amico non deve e dimettersi» A dirlo è il prorettore vicario dell'ateneo Dino Mastrocola. Traini indagato per abuso d’ufficio. Indagine sul doppio incarico: il preside di Scienze della comunicazione accusato di aver firmato atti a favore di D’Amico. Intanto la Cgil regionale esprime solidarietà a D’Amico

TERAMO «Assolutamente no» alle dimissioni da rettore dell'università di Teramo di Luciano D'Amico dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura. «Non ci sono impedimenti a continuare l'attività di rettore senza ricorrere, quindi, a un'autosospensione dalla carica»: a dirlo, rispondendo ai cronisti a margine di una conferenza stampa che si è svolta ieri all’Aquila per una collaborazione con il consiglio regionale, è il prorettore vicario dell'ateneo Dino Mastrocola. «Ogni approfondimento alle questioni quotidiane dell'università è benvenuto», ha detto Mastrocola, «penso che il professor D'Amico, e non devo essere io a dirlo, avrà l'occasione di chiarire qualunque tipo di accusa, com'è già stato fatto a diversi livelli, attraverso l'avvocatura dello Stato e la Corte dei conti». Il prorettore dell’ateneo teramano, sempre rispondendo ai giornalisti, ha fatto notare che «negli ultimi 5 anni sotto la sua guida, l'università ha fatto passi eccezionali: abbiamo aumentato gli iscritti, aumentato gli addetti, sono state ridotte le sedi e messe in atto iniziative impressionanti per gli studenti. Direi che possiamo vivere con orgoglio quello che abbiamo fatto e non abbiamo paura di scoprire nessuna carta. Spero che le indagini vadano avanti per dimostrare la nostra assoluta trasparenza e linearità».

La presenza del suo nome nell’avviso di conclusione era nota da lunedì, ma solo nella giornata di ieri il provvedimento gli è stato notificato. E’ Stefano Traini, preside della facoltà di scienze della comunicazione, il terzo indagato dell’inchiesta, durata tre anni e mezzo, sul doppio incarico pubblico di Luciano D’Amico, rettore dell’ateneo teramano e fino a febbraio presidente della Tua, la società unica abruzzese di trasporto. A carico di Traini il pm Davide Rosati ipotizza l’accusa di abuso d’ufficio. Secondo la Procura Traini, nella sua veste di preside della facoltà in cui D’Amico è docente di economia aziendale, prima con un parere e poi con nulla osta avrebbe permesso a D'Amico di assumere l'incarico retribuito come presidente, prima dell’Arpa e poi della Tua, «procurandogli un ingiusto vantaggio patrimoniale». Si legge nell’avviso: «quale pubblico ufficiale, nello svolgimento delle sue funzioni di preside della facoltà di Scienze della comunicazione, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in violazione delle norme di legge di seguito indicate, con parere espresso mediante nota n.454 dell’8 ottobre 2014, nonchè con successivo nulla osta avente protocollo del 21 ottobre del 2014, intenzionalmente procurava al professor Luciano D’Amico, docente a tempo pieno, nonchè rettore del predetto ateneo, un ingiusto vantaggio patrimoniale. In particolare, il prevenuto, emanava i menzionati atti amministrativi in violazione degli articoli 11, 13, 14 e 15 dpr 11.7.1980, n. 382 e art. 6 co 9°, legge 30.12.2010 n. 240, che prevedevano l’incompatibilità per il professore ordinario a tempo pieno di assumere qualsiasi incarico retribuito, esprimendo parere favorevole e, quindi, nulla osta allo svolgimento dell’incarico retribuito avente l’importo pari a 60mila euro) di presidente presso l’Arpa del professor Luciano D’Amico (fino alla data del 30.6.2015)». Rosati contesta al rettore l’indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e due ipotesi di peculato. Il primo in relazione alla consegna, nell'ambito della cerimonia “Welcome Matricole” del novembre 2013, di 10 tablet di proprietà dell'università al personale tecnico di supporto all'intervento degli artisti Ficarra e Picone, con un danno patrimoniale di 2.671 euro per l'ateneo. Il secondo in concorso con Mauro Mattioli (oggi direttore generale dell’Izs, nella sua veste, all’epoca dei fatti, di direttore generale dell’ateneo) per l'erogazione a quest'ultimo, nel 2013, dell'indennità di risultato prevista come docente ordinario a tempo pieno della facoltà di Medicina Veterinaria. Indennità a cui Mattioli, che in quel periodo era in aspettativa perchè direttore generale della fondazione, per la Procura non avrebbe avuto diritto.

Intanto la Cgil regionale esprime solidarietà a D’Amico. «Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura», si legge in una nota dei segretari della Cgil Rita Innocenzi e della Filt Abruzzo, Franco Rolandi, «confidiamo che emerga il prima possibile la realtà dei fatti. Come Filt Cgil e Cgil regionale ci permettiamo di segnalare, in questa fase e proprio considerando come ciò sia giusto e corretto, quanto sia stato fondamentale e di particolare rilevanza l'apporto di Luciano D'Amico nella gestione prima di Arpa e poi di Tua. L'esperienza di D'Amico ha rappresentato in positivo la discontinuità con le pessime pratiche del passato nonché un'etica di cui vi sarebbe bisogno in politica e nelle società partecipate».

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