E' durata una manciata di minuti la nomina di Giorgio D'Ambrosio nel collegio dei revisori dei conti di Abruzzo Sviluppo, società in house della Regione. La levata di scudi dei consiglieri di Forza Italia Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo ha spinto il nominato a rinunciare all'incarico, lui che nella vita politica di poltrone ne ha collezionate tante: ex parlamentare, ex sindaco di Pianella, ex presidente dell'Ato e di Ecologica. Una condanna per peculato a due anni e otto mesi, legata all'uso improprio dell'auto blu dell'Ato in veste di parlamentare, gli costò la decadenza da consigliere comunale per effetto della Legge Severino.
La nomina a revisore dei conti di Abruzzo Sviluppo è stata letta da Febbo e Sospiri come un suo recupero in corsa da parte della Regione ovvero dal governatore D'Alfonso. Addirittura in prima battuta era stato ipotizzato per lui un ruolo nel cda, poi smentito. «Continuano senza sosta e senza vergogna le nomine e gli incarichi elargiti da questo governo regionale che adesso addirittura riesuma uno storico discusso e chiacchierato personaggio della politica abruzzese all'interno di Abruzzo Sviluppo» scrivono i due consiglieri forzisti riguardo a D'Ambrosio. «Se fosse vero - aggiungono - saremmo di fronte a una scelta inopportuna, inqualificabile e deplorevole». Nel mirino dei due forzisti anche la nomina di Luciano Procacci a presidente del Collegio sindacale di Abruzzo Sviluppo, «che da beneficiario diventa controllore». Gli stessi pongono obiezioni per presunta incompatibilità anche sulla presidenza di Nicola Mattoscio alla Saga.
RISATE IN CONSIGLIO Ieri pomeriggio la notizia della nomina di D'Ambrosio ha suscitato colorite reazioni anche nell'aula consiliare in Comune a Pescara: un attimo prima dell'appello per la seduta, è stato Massimo Pastore, esponente di Fratelli d'Italia, a leggere la nota diffusa da Febbo e Sospiri, «l'aula ha accolto la notizia con una gran risata» ha confermato lo stesso Pastore. Da lì è partito un vorticoso tam tam con telefonate a caccia della conferma o della smentita. E' stato poi lo stesso D'Ambrosio, contattato per telefono dall'amico socialista Riccardo Padovano, a confermare l'indicazione della Regione annunciando un attimo dopo la rinuncia all'incarico. Amaro il suo commento: «Un attacco gratuito da parte di chi teme che io possa rimettermi in sella e dare fastidio» ha spiegato Giorgio D'Ambrosio. Lo stesso ha confermato di aver presentato domanda per quell'incarico di revisore dei conti: «Parliamo di qualche tempo fa e non di oggi. Per certi aspetti l'indicazione del governatore mi gratifica, da altri punti di vista mi ha messo sulla graticola - aggiunge il diretto interessato -. Guardo avanti, l'esperienza nel Psi mi sta regalando grandi soddisfazioni, aspetto con fiducia di chiudere in appello la mia disavventura giudiziaria e spero di farcela prima delle elezioni».