L'AQUILA L'Europa bussa alla porta delle imprese aquilane. E, a distanza di quasi nove anni dal sisma del 2009, chiede la restituzione del 40 per cento delle tasse sospese. Soldi, tanti, che dovranno sborsare le aziende del cratere che hanno usufruito della momentanea interruzione della tassazione.Nell'incontro convocato ieri dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, sono venute fuori cifre da brivido: un salasso che oscilla tra i 73 e i 75 milioni di euro. Di tale portata da far tremare le fondamenta di decine di imprese, soprattutto di medie dimensioni, che rischiano il collasso. In attesa della formalizzazione della nomina del Commissario ad acta, chiamato a valutare le pratiche, il territorio prepara le contromosse.
UE INFLESSIBILE. Secondo l'Unione Europea gli abbattimenti fiscali concessi alle imprese del cratere aquilano, dopo il sisma del 2009, superiori alla soglia de minimis di 200mila euro, non sono da ritenersi indennizzi, ma agevolazioni di Stato che, in quanto tali, violerebbero le norma comunitarie sulla libera concorrenza. Sulla scorta di tale interpretazione, 120 aziende aquilane saranno chiamate a restituire il 40 per cento delle tasse non versate. La procedura di infrazione dell'Unione Europea è scattata in seguito alla mancata comunicazione, da parte del Governo, della sospensione dei tributi dopo il terremoto.
SALASSO DA 73 MILIONI. «L'ennesima batosta per l'economia del territorio», la definisce il vice presidente, Lolli, che ha chiamato a raccolta sindaci, associazioni di categoria, imprese e sindacati: «La quota che viene messa in discussione oscilla tra i 73 e i 75 milioni di euro, anche se sappiamo che alcune grandi imprese hanno già iniziato a restituire e che, nel frattempo, qualche azienda è stata dismessa. Ma il vero danno è che tali importi andranno ad incidere pesantemente sui bilanci e questo può provocare il tracollo di molte realtà imprenditoriali già in affanno». Alle tasse non versate si somma la restituzione dei tributi locali sospesi dopo il terremoto, come nel caso del comune dell'Aquila.
DE MINIMIS. Un secondo aspetto riguarda il calcolo della soglia del de minimis. «All'Aquila non è stato applicato il de minimis a 500 mila euro, che era in vigore nel periodo in cui è stata istruita la norma, ovvero novembre 2011, ma quello di 200mila euro, soglia in vigore dal 1° gennaio 2012», spiega Lolli, «altra beffa: per tutti gli eventi sismici, dove addirittura la sospensione delle tasse è stata totale, la richiesta è caduta in prescrizione essendo trascorsi più di dieci anni. Ma non in Abruzzo, dove è scattato il recupero con la nomina di un commissario ad acta».
LE CONTROPROPOSTE. «Siamo vittime di un'angheria», il commento di Lolli, che ha posto sul tavolo della discussione una serie di proposte da portare all'attenzione del Governo e dell'Ue. «Proveremo a verificare», dice, «tutto quello che si può fare per flessibilizzare l'applicazione. Qualora non riuscissimo a ottenere alcun tipo di risposta alle nostre richieste, dobbiamo metterci in condizioni di gestire questa riscossione riducendo al massimo il danno per le imprese. Agiremo su più direttrici. Lunedì incontreremo all'Aquila il presidente del Consiglio europeo, Antonio Tajani, a cui verrà illustrata la situazione. Chiederemo al Governo di intervenire, tramite il commissario alla ricostruzione, Paola De Micheli, per elevare la soglia del de minimis da 200 a 500 mila euro ed, eventualmente, rateizzare in dieci anni le tasse da restituire».
MISURE D'EMERGENZA. Si lavora anche sul piano locale, per ridurre al minimo l'impatto economico sulle imprese. La Regione ha chiesto alla Camera di commercio dell'Aquila, presente all'incontro con il funzionario Francesca Bocchi, di attivarsi per indicare un legale che possa predisporre l'opposizione collettiva o individuale al provvedimento. «Forniremo anche delle indicazioni ai tecnici che dovranno redigere, per conto delle imprese, la perizia dei danni subìti a causa del sisma», evidenzia Lolli, «così da estendere al massimo le casistiche che possono essere scalcolate. Ci stiamo predisponendo per fare in modo che, fatto il provvedimento, ci si trovi pronti ad eseguirlo: allo stesso modo, continuiamo a discutere per capire le misure di opposizione che possiamo mettere in campo. Lo ribadisco: stiamo subendo una vera e propria angheria. Non riesco a capacitarmi di come si possa pensare che un territorio, colpito da una catastrofe economica e finanziaria oltre che sociale, possa aver beneficiato di qualche vantaggio dalla parziale riduzione delle tasse. Semmai, si è trattato di un limitato recupero dei danni patiti, e del disavanzo che abbiamo dovuto sopportare rispetto agli altri sistemi economici europei».