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Data: 30/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Assunti duemila precari Ap attacca sul bonus bebè

I centristi minacciano di non votare se non sarà ripristinato il contributo pieno Il Senato proroga di un anno la validità delle graduatorie dei concorsi pubblici
Oltre duemila precari del mondo della ricerca assunti dal 2019 e proroga per tutto il prossimo anno delle graduatorie dei concorsi pubblici in scadenza: sono le ultime novità salite sul treno della manovra, che dopo il rush notturno in commissione Bilancio è approdata in Aula al Senato. Se le ministre della Pubblica amministrazione Marianna Madia e dell'Istruzione Valeria Fedeli mostrano tutta la loro soddisfazione per il risultato raggiunto, c'è chi come Alternativa popolare è costretta a puntare i piedi. Oggetto della polemica di nuovo il bonus bebè, che ha incassato il primo via libera da parte dei senatori, ma su cui il partito di Angelino Alfano chiede ulteriori rassicurazioni minacciando ancora una volta di non votare la legge di bilancio. Conferme che arrivano, a breve giro di posta, tramite il governo e soprattutto il Pd: «La norma è chiarissima - precisa il capogruppo Dem in commissione Bilancio Giorgio Santini - il bonus è triennale fino ai tre anni di vita del bambino» come previsto dalla norma originaria. Quello che cambia è il valore dell'assegno, secondo la lettura della maggioranza: pieno per i primi 12 mesi di vita del bebè, si dimezza nei due successivi. Nel corso della maratona notturna sono però le misure sul fronte assunzioni ad aver giocato la parte del leone: per i ricercatori precari vengono messi a disposizione 10 milioni nel 2018 e 50 milioni dal 2019; fondi a cui si aggiunge la fetta che devono mettere in campo gli enti di ricerca. Così come già annunciato dal governo, ci sarà più tempo per i vincitori di concorso e per gli idonei alle selezioni pubbliche, che saranno valide anche per tutto il prossimo anno. Restando in tema di concorsi, i senatori hanno deciso che dopo 20 anni era arrivato il momento di stabilizzare gli ex Lsu di Palermo, vale a dire i collaboratori scolastici: a disposizione 3,5 milioni nel 2018 e 8,7 milioni dall'anno successivo. Tra le misure più significative approvate nel primo round in Parlamento spunta poi il fondo per risarcire i risparmiatori che hanno subito un «danno ingiusto», riconosciuto con sentenza passata in giudicato e relativo ai bond emessi dagli Istituti di credito. Sul tavolo 50 milioni in due anni (troppo poco secondo le opposizioni) che riguardano in particolare i risparmiatori delle 4 banche poste in risoluzione e delle due banche venete in amministrazione coatta amministrativa. Degli oltre 170 emendamenti approvati, superticket e pensioni a parte, molti però sono misure di peso minore e soprattutto molto eterogenee.

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