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Data: 01/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Crisi in Comune - Brucchi potrebbe cadere lunedì «Con me fate fuori la Tercoop». Appello del sindaco ai consiglieri riuniti per affrontare il caso dei 25 operatori delle strisce blu. L'opposizione e "Futuro in" lavorano per le dimissioni di massa prima del consiglio del 7

TERAMO «Guardatevi dietro di voi: se mandate via me, mandate a casa anche loro». Il sindaco Maurizio Brucchi si rivolge ai consiglieri delle commissioni traffico e affari generali, riunite per affrontare la questione Tercoop, indicando il presidente Leo Iachini e i lavoratori che assistono al dibattito. L'intricata vicenda della gestione dei parcheggi a pagamento in centro, che si trascina da cinque anni senza sbocchi, finisce così nel vortice della crisi politica in Comune e fornisce al primo cittadino lo spunto per un ulteriore appello a evitare il commissariamento. Brucchi lo indirizza «a tutte le forze consiliari, non a un solo gruppo», tanto per chiarire che non si riferisce esclusivamente a "Futuro in", ed evita di reiterare richiami alla responsabilità finora risultati infruttuosi. «Il mio è un invito a riflettere bene», sottolinea chiamando in causa i consiglieri pronti a farlo cadere, «state facendo un errore perché interrompete l'attività su progetti strategici, non rispettando il mandato elettorale che anche voi avete ricevuto, per consegnare la città al commissario». La tensione che si respira nella sala e le stesse parole del primo cittadino evocano lo spettro delle dimissioni in blocco di opposizione ed esponenti della lista civica di Paolo Gatti che, con atto firmato dal notaio o nella segreteria del Comune tra lunedì e martedì, potrebbero decretare la fine dell'amministrazione prima della seduta consiliare di giovedì convocata per analizzare la situazione politica. «È possibile che il consiglio non si faccia», ammette Brucchi, «ma la città vuole essere governata e i giudici restano sempre gli elettori». La sua eventuale defenestrazione, fa notare il sindaco, condannerebbe anche i 25 soci lavoratori della Tercoop. «Entro il 31 gennaio l'affidamento sarà definitivamente interrotto», chiarisce chiamandosi alle indicazioni fornite dal dirigente dell'area tecnica Remo Bernardi, «senza un atto d'indirizzo politico da parte della giunta non si potrà avviare la nuova gara e i parcheggi a pagamento torneranno liberi». A quel punto gli operatori della coop si ritroverebbero disoccupati anche perché il commissario non avrebbe poteri discrezionali tali da attivare una procedura che tutelasse l'attuale gestore delle "strisce blu". Anche per il presidente della commissione traffico Alberto Covelli di "Teramo soprattutto", affiancato dal suo omologo della commissione affari generali Luca Corona di Alternativa popolare, entrambi tra i fedelissimi del sindaco, la sorte della Tercoop è legata a quella dell'amministrazione. «Se dobbiamo andare tutti a casa», afferma, «è meglio non prendere in giro i lavoratori». Il suo auspicio è che la maggioranza ritrovi l'unità d'intenti smarrita. «Abbiamo ancora tante cose da fare», rileva, «e sarebbe un peccato bloccare tutto ora che stanno arrivando risultati amministrativi importanti».Per l'opposizione, però, il problema irrisolto della gestione dei parcheggi a pagamento resta a carico della maggioranza sfaldata. Alberto Melarangelo (Pd) definisce un «ricatto politico» l'appello lanciato dal sindaco. Secondo lui non c'è una scadenza definita dell'affidamento alla Tercoop, per cui cadrebbe anche l'esigenza di tenere in vita l'amministrazione per trovare uno sbocco alla gestione dei parcheggi. Fabio Berardini (Movimento 5 stelle) rileva che la giunta potrebbe predisporre subito l'atto d'indirizzo politico che salverebbe i soci lavoratori e dunque avviare a soluzione il caso a prescindere dalla fine della consiliatura. La consigliera indipendente Paola Cardelli, invece, ribadisce che non ha intenzione di presentarsi dal notaio. «L'amministrazione cadrà perché non ha i numeri», spiega, «ma non mi allineo alla strategia di Gatti». A rappresentare "Futuro in" è Emiliano Di Matteo secondo cui la questione politica non ha nulla a che vedere con il caso Tercoop.

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