ROMA Un altro magistrato in politica. Trattasi di Piero Grasso, tuttora presidente del Senato. Oggi il suo esordio da leader di partito. Nel Grasso Day. Ossia il battesimo della «cosa rossa» - «Ma non vogliamo limitarci ad essere questo», affermano i bersanian-dalemiani - in cui il leader di fatto, o almeno il più ascoltato, resterà il Comandante Max. Grasso nell'esordio di oggi ha voluto al suo fianco 12 esponenti della società civile, e già si motteggia: chi sarà Giuda? Attorno alla sua investitura ruota tutta l'assemblea di all'Atlantico in cui Mdp, Sinistra Italiana e Possibile daranno il via ufficiale alla lista unitaria. Con Grasso leader, appunto, e l'obiettivo di fare il più male possibile a Renzi. Perché il motto dalemiano - «Finché vivrò, Renzi non potrà stare tranquillo» - rappresenta il mood un po' di tutti. Uno strappo al protocollo da seconda carica dello Stato, Grasso se lo è concesso alcuni mesi fa proprio all'iniziativa di Mdp a Napoli. In quell'occasione si autodefinì «un ragazzo di sinistra». Anche se anni fa propose di premiare Berlusconi per i successi del governo contro Cosa Nostra.
L'APPRENDISTATO
Tutti attendono di proclamarlo leader, a riprova che il personalismo tanto criticato viene molto praticato in ogni campo, e frontman della nuova formazione che si chiamerà: Liberi e Uguali. Il simbolo verrà presentato non oggi ma più in là, e il nome di Grasso dovrebbe comparire nel simbolo. Mentre emergono però alcuni report dell'ambasciata americana a Roma, diretti a Washington, che a fine 2016 stroncavano così l'ex pm diventato presidente del Senato e ora capo di partito: «Leader sbiadito, privo di esperienza politica».
Riuscirà a imparare? Sarà davvero capace di attirare consensi oppure, come si dice in ambienti berlusconiani, «in realtà non lo conosce nessuno» (copyright Giuliano Ferrara)? Di sicuro il sostegno anti-renziano che la Cgil di Susanna Camusso, sta dando e darà per le elezioni a Liberi e Uguali qualche peso potrebbe averlo. Ma quali saranno i rapporti del novizio Grasso con la vecchia volpe D'Alema e con un padre nobile dell'operazione quale Pier Luigi Bersani? E tutti insieme riusciranno a non ricalcare un vizio politico sempre stigmatizzato così da D'Alema: ovvero il «narcisismo delle minoranze»?
Nel Grasso Day si alterneranno sul palco dell'Atlantico - ai confini dell'Eur, location di solito usata per concerti rock - alcuni interventi della società civile e dell'associazionismo. Poi prenderanno la parola Pippo Civati, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza, ossia la somma dei leader di Possibile, Sinistra Italiana e Mdp, e infine verrà lasciata la scena al presidente del Senato. Il quale parlerà attorno alle 12 e 30 e accetterà la richiesta di mettersi in gioco alla guida del nuovo soggetto.
LA STRONCATURA
Sulle strategie da campagna elettorale Grasso preferisce per il momento sorvolare, almeno pubblicamente. Anche perché, fino allo scioglimento delle Camere, egli sarà impegnato nel ruolo di presidente di Palazzo Madama - con l'eventuale terza lettura della legge di Bilancio e la probabile partita sul biotestamento in aula al Senato - che rischia di sposarsi naturalmente a quello di leader di uno dei più agguerriti partiti di opposizione. I suoi fan dicono che non è un problema: «Anche con Bertinotti fu così». E le speranze in lui sono tante: «Grasso - dicono i dalemian-bersaniani, anzi i Liberi e Uguali - ha un profilo costituzionale che potrebbe saper parlare anche a un mondo che non è quello classico della sinistra». Questa la scommessa. Sulla riuscita, si vedrà. Ma Renzi è già sicuro: «Verrà punito chi divide». E i pisapiani: «Vi volete rifugiare nell'angolino della sinistra».