La frattura a sinistra c'è, ma non è apprezzata dalla maggioranza degli elettori. Per il 61% degli italiani le spaccature e le divisioni a sinistra sono deleterie per il Paese. Ne sono convinti un po' tutti: gli elettori del Partito democratico (84%); quelli che si collocano politicamente alla sua sinistra (72%); le persone che, genericamente, si posizionano a centrosinistra (86%).
Giudicano errate e dannose le spaccature a sinistra anche gli elettori indecisi, quelli che non hanno ancora scelto da che parte stare (63%) e le persone che non si collocano in alcune parte dell'emiciclo politico nazionale (52%). Nonostante questo plebiscito pro-unitario, non appena si scende nel concreto delle posizioni e della realtà politica, la situazione muta di segno. La quota di elettori renziani che giudica negativamente la spaccatura tra Mdp e Pd scende dall'84% al 68%. Anche tra gli elettori di centrosinistra il germe della divisione fra adepti e la percentuale di quanti ritengono un errore la chiusura del dialogo tra scissionisti e Pd passa dall'86% al 62%.
DENTRO MDP
Quadro ancora più articolato tra i fan di D'Alema, Bersani e Speranza. Una maggioranza relativa, il 39%, giudica sbagliata la mancata convergenza col Pd, mentre un altro terzo di questo blocco elettorale, il 33%, valuta come necessaria e indispensabile la scelta di non allearsi con il Pd, in considerazione del fatto che sono maggiori i punti di divisione rispetto a quelli di condivisione. Questo sentiment scende al 27% se si considerano tutti gli elettori del centrosinistra.
Le bruciature politiche che si sono realizzate nel corso degli ultimi due anni hanno lasciato un segno profondo all'interno dello schieramento di centrosinistra. Se, da un lato, le spinte unitarie restano sullo sfondo, come una petitio principi cui ancorarsi, dall'altro lato, il solco tra le due ali che hanno a lungo convissuto nel Pd, si è nel tempo acuito, sia per ragioni legate alle personalità e agli errori che hanno segnato il percorso dei diversi leader di riferimento, sia per l'evoluzione che è avvenuta all'interno del blocco sociale di sinistra.
Analizzando la storia degli elettori attuali di Mdp e Sinistra Italiana, scopriamo che il bacino elettorale di questi partiti ha una limitata capacità espansiva al di fuori dell'area politica di riferimento e solo il 20% degli attuali elettori ha una storia politica che non proviene da un partito radicato in questa area. Il 46% degli elettori di Mdp e Si, ha votato, in passato, per il Pd; il 24% era un fan di sinistra ecologia e libertà, mentre il 10% aveva votato per Rivoluzione civile di Ingroia.
LA COMPOSIZIONE
Oggi, il blocco elettorale alla sinistra del Pd è composto in maggioranza da uomini (54%), e da persone di età compresa tra i 35 e i 64 anni (56%). I lavoratori dipendenti sono il 37%, mentre i pensionati si attestano al 25%. Complessivamente il blocco elettorale dei partiti di sinistra trova la sua colonna portante nel ceto medio (42%), con un 16% di laureati e un 18% di non credenti.
Il clima emozionale che caratterizza questo blocco politico elettorale è marcato da un forte sentimento di rabbia (38%) e da un certo disgusto (29%) per come vanno le cose. Gli elettori di sinistra avvertono meno, rispetto al dato medio nazionale, il senso di tristezza per l'andamento del Paese (25%, ovvero -2% sul dato medio). Le paure che marcano questo segmento elettorale sono sovrastate dall'angoscia per l'insicurezza economica (46%) e dal disagio di non riuscire a seguire i propri interessi e passioni (18%, + 6% sul dato medio).
Meno marcato, rispetto alla media nazionale, è il tema della salute (37%, - 9% sul dato medio). Infine, in termini di nemici contro cui lanciare e indirizzare i propri strali, gli elettori di Mdp e Sinistra italiana puntano il dito contro le mafie (60%), i criminali (44%) e gli evasori fiscali (44%, + 7% rispetto al dato medio nazionale).