ROMA Per la prima volta, con una simulazione di un ente neutrale come l'Ufficio Studi della Camera, si comincia a ragionare sul serio sulla possibile esito delle elezioni 2018 nei 232 collegi uninominali maggioritari della Camera (compreso quello della Valle d'Aosta). Si tratta dei seggi che andranno - come è accaduto nel 1994, 1996 e 2001 - al candidato più votato, anche per un solo voto, in un determinato territorio.
Ebbene i tecnici della Camera hanno distribuito i voti del 2013, quindi consensi reali, su ognuno dei 232 collegi delineati dalla legge Rosato (anche se provvisori) ottenendo il risultato importante di indicare in quanti collegi i tre poli partono in testa e, in particolare, in quali aree specifiche il M5S già nel 2013 ha battuto centrodestra e centrosinistra.
FORZA E DEBOLEZZA
I pentastellati infatti risultano primi - con i voti del 2013 quando raggiunsero il 25,6% dei consensi complessivi - solo in 41 collegi sul totale di 232. E così lo studio della Camera assegna ai pentastellati solo 148 seggi complessivi (41 maggioritari più 107 proporzionali) sui 618 in palio in Italia nel 2018 assegnando al Movimento di Grillo una notevole forza nella componente proporzionale ma una discreta debolezza nel maggioritario.
Questo dato non va sottovalutato perché i calcoli sono fatti sulla fotografia del 2013 quando i pentastellati presero 8.691.566 voti, come detto il 25,6% del totale, quindi appena al di sotto del 26/27% di cui sono accreditati dai sondaggi odierni. In altre parole i dati indicano in modo autorevole che, a meno di un forte aumento del consenso, il polo a Cinquestelle sarà probabilmente solo terzo sul podio elettorale del 2018 perché la pur ottima performance del 2013 non gli consente di conquistare molti collegi alla Camera e ancor meno al Senato dove, causa la mancanza dell'elettorato fra 18 e 25 anni, nel 2013 prese solo il 23,8%.
È interessante (vedi tabella) individuare le aree di maggior forza dei pentastellati: la Sicilia (favoriti in 13 seggi uninominali su 19), la Sardegna (4 su 6), l'Abruzzo (4 su 5). A sorpresa nel Lazio i pentastellati vengono fotografati al primo posto solo in 6 dei 21 seggi uninominali e solo in 4 dei 17 piemontesi. In intere regioni strategiche, come la Lombardia, al M5S non viene assegnata neanche una vittoria nel maggioritario.
L'indagine dei tecnici della Camera offre - sempre soprattutto sul maggioritario - una serie di indicazioni di massima anche per gli altri due poli. Ad esempio il centrodestra risulta primo praticamente nel territorio di quasi tutti i collegi pugliesi poiché - sempre sulla base dei voti 2013 - se ne aggiudicherebbe ben 15 su 16. Anche in Campania lo sparo di partenza della competizione elettorale vede il centrodestra nettamente primo in 16 su 24 collegi.
E il centrosinistra? Lo studio dei tecnici della Camera lo vede primo in 95 seggi uninominali con il 29,6% dei consensi. È considerato vincente in 12 seggi in Lombardia e in 5 in Piemonte, tutti concentrati nelle città, e in oltre a 10 su 21 nel Lazio, tutti a Roma e provincia. Lo studio certifica che nella maggioranza dei collegi la partita sarà fra centrosinistra e centrodestra, ma i risultati attribuiti al polo democrat sembrano superati anche perché - stando ai sondaggi di oggi - i competitor del centrodestra sono ben oltre il 29,2% che presero nel 2013.
C'è da sottolineare infine un elemento che emerge pure dall'indagine della Camera: anche se uno dei tre poli riuscisse ad aggiudicarsi tutti i voti che nel 2013 andarono ai montiani (tradotti in 42 seggi nell'indagine) in Parlamento non ci sarebbe alcuna maggioranza.