Dieci corsie preferenziali nuove di zecca e altre cinque da proteggere con telecamere, borchie o cordoli. In tutta la città, da Val Melaina all'Eur, la fluidificazione del trasporto pubblico, con la realizzazione di percorsi riservati, è stata inserita negli obiettivi strategici del Campidoglio nel documento unico di programmazione (Dup) 2018-2020, approvato dalla giunta di Virginia Raggi. Un piano che si completa con l'installazione di semafori intelligenti, che favoriscano la circolazione dei mezzi pubblici nel traffico, e nuove piazzole di sosta riservate.
LE NOVITÀ Dieci, come detto, le nuove corsie preferenziali previste negli obiettivi strategici. Per sei di queste è prevista l'aggiudicazione dei lavori entro il prossimo settembre: via Nomentana, da circonvallazione Nomentana a via Val d'Aosta (in entrambe le direzioni); Val Melaina, da piazzale Jonio a via Monte Cervialto (in direzione del grande raccordo anulare; piazza Sempione, da via Monte Subasio a via Gargano (direzione centro); via Cristoforo Colombo, da via dell'Oceano Atlantico a via dell'Umanesimo (entrambe le direzioni), viale Jonio, da Via Col di Rezia a Via Scarpanto (direzione Prati Fiscali), via di Boccea, da piazza Giureconsulti a Via Giuseppe Marello (direzione centro). Avvio dei lavori entro la fine del 2018, invece, per: via Marmorata (entrambe le direzioni); viale Marconi (entrambe le direzioni); via Gallia; via Portuense, da largo La Loggia a via Majorana (entrambe le direzioni).
DA PROTEGGERE Queste, invece, le corsie già esistenti, che saranno protette dalle invasioni dei mezzi privati: viale Emanuele Filiberto (entrambe le direzioni), via Orazio Pulvillo-via Quinto Publicio; via Napoleone III-via Principe Eugenio (entrambe le direzioni); viale Libia-viale Eritrea (entrambe le direzioni); viale Regina Margherita-viale Regina Elena. Un progetto ampio di sviluppo delle corsie per il tpl, che si inserisce nel piano complessivo per la mobilità sostenibile immaginato dall'amministrazione capitolina. L'intero programma potrebbe rientrare nel lavoro che si sta svolgendo in queste settimane al tavolo per il rilancio di Roma, voluto dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Per quanto riguarda i trasporti, infatti, il piano in fase di discussione al Mise prevede l'acquisto di 520 nuovi autobus ecologici, ma anche l'installazione di 50 varchi per le multe automatiche sulle corsie preferenziali e semafori intelligenti per dare la priorità ai bus.
LE LINEE Ma sono previste anche cinque nuove linee di tram e, secondo le indicazioni programmatiche del Movimento 5 Stelle nella Capitale, tre funivie. Per quanto riguarda i tram, Palazzo Senatorio vuole ripristinare il servizio fino a Giardinetti dell'ex ferrovia concessa Roma-Pantano, che attualmente fa capolinea a Centocelle, con il successivo prolungamento fino a Tor Vergata. Il progetto comprende anche una nuova linea tranviaria a viale Marconi, dalla fermata della linea B della metropolitana alla stazione di Trastevere, dove si collegherebbe ai binari del tram 8. Quindi in via Tiburtina, da piazzale del Verano alla stazione Tiburtina, in via Palmiro Togliatti, da Cinecittà a Ponte Mammolo, in via Cavour, da largo Corrado Ricci a piazza Vittorio. Gli impianti a fune inseriti nel Dup sono invece tra Battistini e Casalotti, tra Jonio e Bufalotta e alla Magliana. Il piano urbano della mobilità sostenibile prevede che tutto parta entro un anno, anche se resta il problema, non di secondo piano, del reperimento delle risorse necessarie, che dovranno essere inserite dal Campidoglio nel piano investimenti 2018.
E per abbattere le attese torna l'idea dei mezzi «a chiamata»
Mezzi da 10-12 posti invece dei classici bus da 12 metri, da utilizzare a chiamata, sulle linee più periferiche e meno utilizzate, di sera e nei giorni festivi. L'esperimento del Chiamabus, in realtà, a Roma era già stato tentato una quindicina d'anni fa - tra Acilia, Romanina, Primavalle, Fidene e Ottavia - per poi essere accantonato: erano poche centinaia gli utenti che lo utilizzavano. Ma oggi, con le nuove tecnologie a disposizione e con i conti dell'Atac sempre più in rosso, il Campidoglio ha deciso di rispolverarlo. Uno degli obiettivi strategici inseriti nel documento unico di programmazione (Dup) 2018-2020 prevede «l'introduzione di un servizio sperimentale di bus a chiamata nelle aree caratterizzate da una domanda debole». Tradotto: su alcune linee saranno gli utenti a dover richiedere l'arrivo del mezzo pubblico, con un app sul cellulare o, per le persone meno avvezze alla tecnologia, attraverso una telefonata a un numero verde.
IL SERVIZIO L'iniziativa - già attiva in altre città italiane, Milano in primis - riguarderebbe alcune linee a basso carico, in particolare nei quartieri più periferici, la domenica, nei giorni festivi e negli orari notturni, dopo le 21-21,30. Il vantaggio per l'azienda è evidente: meno corse e con mezzi più piccoli, che costano di meno. Per l'utenza, in teoria, ci sarebbe una maggiore comodità: invece di aspettare bus che, comunque, passano dalle fermate ultraperiferiche con intervalli molto lunghi, si potrebbe tarare il servizio alle reali esigenze, con tempi d'attesa comunicati in tempo reale sull'app. Il prezzo del biglietto sarebbe ovviamente lo stesso, e sarebbero validi abbonamenti e ticket giornalieri dell'Atac. L'idea andrebbe a inserirsi in un piano più generale di riforma della rete del trasporto pubblico su gomma. Il Dup prevede la «riprogrammazione delle linee e razionalizzazione delle fermate». In particolare, si legge nel documento, «dovrà essere analizzata l'intera rete per valutare la dislocazione delle fermate, da realizzare anche attraverso l'introduzione di linee express» entro il 31 dicembre 2018.