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Data: 05/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Melilla, Sclocco e Di Matteo verso le urne

PESCARA Succede di tutto alla sinistra del Pd. E non è ancora finita. Così, ogni novità della politica nazionale si riflette con altrettanti sussulti in Abruzzo. L'ultima: l'ufficializzazione di Piero Grasso come leader del cartello Liberi e uguali, formato da Articolo1- Mdp, Sinistra italiana e Possibile (il movimento di Pippo Civati), inizia a definire meglio alcuni scenari ma ne lascia aperti altri. Intanto si aspetta di capire se la mossa del presidente del Senato sarà seguita, come sembra, da quella del presidente della Camera, Laura Boldrini, che potrebbe aderire allo stesso cartello visto che è stata eletta nell'ex partito di Nichi Vendola (Sel), oggi diventato Si sotto la guida del neo segretario Nicola Fratoianni.
In Abruzzo fu proprio la nascita di Mdp, dopo lo strappo di D'Alema e Bersani con Matteo Renzi, a svuotare gran parte di Sinistra italiana creando non pochi problemi anche al Pd di Luciano D'Alfonso. Tra i primi a lasciare Sinistra italiana, per aderire a Mdp, furono il sottosegretario della giunta regionale, Mario Mazzocca e il deputato Gianni Melilla. Dal Pd arrivò invece l'adesione dell'assessore regionale Marinella Sclocco, mentre l'altro consigliere di Si in consiglio regionale, Leandro Bracco (eletto nel M5S e poi passato nel gruppo misto) decise di rimanere nell'ex gruppo di Mazzocca. Adesso il quadro si ricompone sotto il cartello di Liberi e uguali, con la discesa in campo di Piero Grasso che sembra aver messo tutti d'accordo. Più per necessità, se non per convinzione, vista la quota di sbarramento posta dalla nuova legge elettorale sul proporzionale: il 3% per le singole liste, il 10% per le coalizioni. Ora, anche a sinistra, si apre la grande partita delle candidature. Questione delicata, con l'uscente Gianni Melilla a tentare probabilmente il bis e l'assessore regionale alle Politiche sociali, Marinella Sclocco, pronta a giocare la carta della preferenza di genere, visto che in ogni lista non potrà essere superata la quota del 60% di candidati dello stesso sesso. Ma c'è grande attesa anche per ciò che farà l'assessore regionale ai lavori pubblici, Donato Di Matteo, eletto nel Pd e grande portatore di voti nell'area del pescarese. L'altra variabile è rappresentata dalle mosse di Giuliano Pisapia, che anche in Abruzzo potrebbe sparigliare le carte. Oggi il suo campo Progressista, con l'obiettivo dichiarato di allargare quanto più possibile la coalizione del centro sinistra, non ha trovato grandi consensi fuori dal Partito democratico. I Liberi e uguali sono convinti di poter far da soli alle prossime elezioni, dopo avere affidato la leadership a una figura di alto profilo istituzionale. E ancora più a sinistra c'è Rifondazione comunista, il partito guidato dall'ex parlamentare e consigliere regionale pescarese Maurizio Acerbo, che di centro-sinistra non vuol neanche sentire parlare.
Non meno articolato lo schieramento di centrodestra, dove, attorno all'asse portante composto da Forza-Italia, Lega e Fratelli d'Italia, si muovono una serie di piccoli satelliti a caccia anche in Abruzzo della propria orbita. Come il movimento di Stefano Parisi, Energie per l'Italia, a cui ha aderito recentemente anche La Marianna di cui è segretario nazionale l'abruzzese Riccardo Chiavaroli, esponente storico dei radicali ed ex consigliere regionale di Forza Italia. L'altro satellite in orbita nella galassia del centrodestra è il movimento Idea fondato dall'ex ministro Gaetano Quagliariello, eletto al Senato in Abruzzo nelle liste del Pdl alle elezioni del 2013 e poi transitato nel Ncd, prima della rottura definitiva con il partito di Angelino Alfano e Federica Chiavaroli. Il suo movimento ha giù raccolto adesioni importanti nel campo di Forza Italia, come quella dell'ex governatore della Regione Gianni Chiodi. Il disegno è un po' quello di Pisapia: allargare il più possibile l'area politica di riferimento aprendo alla società civile. Il 13 dicembre, a Roma, Quagliariello tenterà il rilancio con la presentazione del libro: «Sereno è. Scena e retroscena di una legislatura spericolata».

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