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Data: 05/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Operai, Cgil e ras ex Pci per l'operazione Grasso

ROMA «Quante volte è stato nominato Renzi nel battesimo di Liberi e Uguali? Mai». E' quello che ripetono tutti i colonnelli e i generali dell'Operazione Grasso. E la campagna elettorale che si sta delineando nella neo-formazione a sinistra del Pd avrà, come ha chiesto il leader incoronato domenica, un punto fermo: «Nominare il meno possibile Renzi, non demonizzarlo. Parlare dei temi e non della persona». Un po' come decise di fare, ma non andò bene dal punto di vista dei risultati elettorali, Walter Veltroni quando inventò nel 2008 la celebre formula «il leader dello schieramento a noi avverso», per indicare la persona di Berlusconi senza fargli il favore di chiamarlo per nome e cognome. Naturalmente, non sarà facile a candidati e agit-prop grassianei (ecco un neologismo di Palazzo) evitare la mostrificazione di Renzi o la formula Renzusconi da qui al voto di marzo. Anche perché l'obiettivo di quel voto, e la ragione fondante di Liberi e Uguali, è la rottamazione del leader del Pd e del suo partito. Dunque? Cercare di nominarlo poco e piazzare collegio per collegio, nell'uninominale, candidati che possano togliere anche un pugno di voti ai dem ma qualli sufficienti a farli perdere.
LE SCELTE
I nomi e le mappe delle candidature ancora sono in fase di studio, naturalmente. Ma due esempi spiegano il discorso. Nel collegio di Pisa, che per tradizione è sempre andato al partitone della sinistra, verrà schierato per i dalemian-bersaniani di Grasso l'ex sindaco della città toscana: Paolo Fontanelli, figura molto radicata, uno che potrebbe prendere il 10 per cento, o anche meno ma sempre abbastanza, e ciò basterebbe non ad assegnare il collegio per Liberi e Uguali (non ne prenderanno neppure uno, probabilmente) ma a toglierlo al Pd. Altro esempio: Vasco Errani. Personaggio stranoto, ex presidente della Regione Emilia, con grande seguito nel ravennate. E lì sarà candidato e già da subito il Nazareno può considerare perso quel collegio. E così via. La spietatezza dello scontro a sinistra sarà ai livelli massimi. Perciò si sta decidendo di candidare Bersani non nella sua Piacenza, ma a Bologna: lì dove può fare il più male possibile ai dem. Se Renzi si candiderà a Firenze, la sfidante potrebbe essere Elisa Simoni, considerata assai forte e in più, oltre che mezza parente, nemicissima di Renzi. E' anche una bella donna che buca lo schermo. E da parte dem, è già cominciata l'offensiva: «E' una di quelli, come del resto Grasso, che ha debiti da saldare con il Pd. Non ha dato le quote di denaro che tutti i parlamentari sono obbligati a devolvere al partito». La lettera inviata dal tesoriere Bonifaci dice che Grasso ha lasciato 83mila euro di debiti ed è chiamato a saldare entro il 15 dicembre. Altra grana: i dubbi, politici e giornalistici, sull'imparzialità del presidente del Senato ora che è diventato leader di partito. Ma fonti della presidenza, in vista oggi della conferenza dei capigruppo sul biotestamento, escludono qualsiasi sospetto di imparzialità.
BIG E NEW ENTRY
Intanto, nello scacchiere delle candidature, oltre ai big - D'Alema in Puglia, ma non si sa se a Lecce o a Foggia, Vendola a Bari, Speranza in Basilicata - si punta sul mondo sindacale Cgil: e Airaudo in Piemonte (dove correrà anche Federico Fornaro) e Panzeri (ex Cgil e attuale eurodeputato) rispondono a questa logica. Altri se ne aggiungeranno. In quota operai, in pista potrebbe esserci la lavoratrice della Melegatti presente domenica alla convention (Laura Tarantini). Offerto seggio a Piero Bartolo, il medico di Lampedusa, ma lui vorrebbe continuare a fare quello che fa. Si cercano precari della ricerca da candidare. Una esponente del giornalismo super-bersaniana come Chiara Geloni è attesa per la gara. Mentre si va sul sicuro con Bassolino in Campania. E la Boldrini? Se arriverà, correrà nelle Marche. Grasso in Sicilia e anche altrove.
E il tutto, dicono loro, «per dare un'alternativa rispetto al Pd». In realtà lo scopo è più hard. I grassianei vogliono fare come la Linke in Germania. Da quando esiste, questa sinistra-sinistra tedesca ha impedito ai socialdemocratici di vincere le elezioni. Riuscirà la stessa operazione, in salsa casereccia, ai Liberi e Uguali?

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