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Data: 05/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Povertà, corsa all'assegno di inclusione assaltati i centri di assistenza fiscale

ROMA Più di una corsa, un vero assalto. Dimostrazione, se ancora ce n'era bisogno, di quanto numerose siano ancora le famiglie in difficoltà in Italia. Nei primi due giorni lavorativi da quando il Rei, il reddito di inclusione, la misura antipovertà lanciata dal governo, è entrata ufficialmente in vigore, nei Caf i centri di assistenza fiscale che gestiscono le pratiche, si sono formate lunghe code. «Le nostre sedi, da Nord a Sud», hanno spiegato i coordinatori della Consulta dei Caf, Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, «sono presi d'assalto. In molti casi», dicono, i cittadini «si stanno rivolgendo per ottenere la certificazione Isee dall'Inps». Da qui la richiesta di «attivare immediatamente un tavolo di coordinamento tra il ministero del Lavoro, l'Inps, l'Anci e la consulta dei Caf» in modo da poter «assicurare, nell'immediato e per il futuro, una puntuale e capillare assistenza, affinché nessuno che ne ha o che ne avrà diritto resti escluso da questo sostegno».
LE REGOLE
Le cui regole sono, obiettivamente, complesse. Bisogna essere cittadini comunitari e vivere in Italia da almeno due anni. Bisogna avere nel proprio stato di famiglia un minore di 18 anni, o un disabile, o una donna in cinta, oppure avere più di 55 anni ed essere disoccupato, ma senza percepire nessun ammortizzatore. Bisogna avere un Isee inferiore a 6 mila euro, e un Isr (ossia la sola parte reddituale dell'Isee che tiene conto anche della locazione dell'immobile) non superiore a 3 mila euro. Si può avere la casa di proprietà. Gli altri immobili non devono superare i 20 mila euro di valore. Si possono avere conti e titoli in banca, ma non oltre 6 mila euro.
I BENEFICIARI
Non bisogna aver comprato una macchina negli ultimi due anni e non si possono possedere barche. Una corsa ad ostacoli tra i requisiti che, secondo i calcoli del governo, dovrebbe portare a coprire con il reddito di inclusione, in prima battuta, una platea di 490.000 famiglie per circa 1,8 milioni di persone; a regime, dopo luglio 2018, la platea potenziale si allargherebbe a 700.000 famiglie per circa 2,5 milioni di persone. Il beneficio può arrivare al massimo a 187,5 euro al mese per una persona che vive sola e fino a 485 euro per un nucleo di 5 o più persone. Con l'approvazione della legge di bilancio quest'ultimo massimale verrà incrementato a 534 euro. Il sostegno economico è condizionato all'impegno su un progetto personalizzato. Per il 2018 ci sono a disposizione poco meno di 1,5 miliardi di euro. Ma cosa succede se, data anche la forte richiesta di questi primi giorni, i fondi dovessero scarseggiare. La circolare applicativa dell'Inps, pubblicata nei giorni scorsi, chiarisce che in caso ci si rendesse conto che i fondi non bastano, la prima contromisura sarebbe una riduzione dell'importo dell'assegno. Se poi i fondi andassero ad esaurimento, non sarebbero accolte altre domande.

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