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Data: 06/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Minniti contro Salvini e Cuperlo anti Bersani: il Pd si prepara ai duelli

ROMA Fedeli al motto quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, si annunciano veri e propri duelli all'O.K. Corral alle elezioni prossime venture. E quale tema se non il controllo degli sbarchi, e i flussi, e i clandestini, e insomma l'immigrazione, quale argomento se non questo prenderà gran parte della campagna elettorale? Il Pd punta sul bersaglio grosso: Marco Minniti, il ministro dell'Interno di sinistra che ha comunque dato una risposta, da sinistra, al problema, sarà schierato in prima fila contro Matteo Salvini, portatore dell'altra visione in materia di immigrazione. Politica dei flussi e stop agli sbarchi previo accordi con i Paesi interessati (Minniti) contro agitazione del problema, ricetta di destra e via populista alla Le Pen o alla polacca (Salvini). Lo scontro Minniti-Salvini sarà diretto, in un collegio, probabilmente al Nord, quindi fuori casa per il responsabile del Viminale.
Per Minniti la sfida è doppia, dal momento che è il primo ministro di sinistra che si cimenta in maniera convincente su un tema normalmente ostico per la sinistra tanto che, da sinistra, lo hanno accusato di ogni nefandezza, non ultimo il suo ex amico D'Alema, che pure ha condiviso con l'attuale ministro dell'Interno passaggi altrettanto cruciali (vedi Belgrado all'epoca del governo D'Alema). Minniti sarà molto probabilmente candidato anche nel proporzionale, tutti i big lo faranno, sia per avere l'elezione sicura sia per trainare il voto alla lista, come è sempre accaduto.
Nella circoscrizione proporzionale il Pd punta molto sul responsabile del Viminale per la Calabria, il che contribuirà a rendere ancora più ardua la partita per Nico Stumpo, l'unico calabrese di un certo peso ad avere lasciato il Pd per Mdp e ora in corsa per la lista Grasso, e del resto i due, Minniti e Stumpo, non si erano mai presi più di tanto nel loro passato politico comune prima nei Ds, poi nel Pd. Sono tanti, e vari, i duelli che si annunciano a sinistra tra lista Grasso e Pd-centrosinistra. Un vero e proprio regolamento di conti a sinistra, come del resto è apparsa la formazione della nuova lista Grasso. I duelli saranno di serie A, diretti, all'O.K. Corral, nei collegi; e di serie B nelle circoscrizioni, dove c'è il paracadute della lista e del voto proporzionale, ma dove i candidati, se nella stessa circoscrizione, incroceranno gli stessi avversari, faranno campagna nelle stesse città, nello stesso territorio.
IL PIANO
Il piano del Nazareno prevede un candidato ad hoc per ogni posto dove si presenta un big o ex tale dei Liberi e Uguali. Contro Bersani a Bologna scalda i muscoli Gianni Cuperlo (o in subordine Pisapia, se alla fine si candida, e dove avrebbe l'appoggio di Prodi, che non ha affatto gradito né la scissione né men che meno la lista scissionista, fino a incrinare, raccontano, il suo storico rapporto con Bersani). Contro D'Alema nel Salento sarebbe pronto Francesco Boccia che, ironia della sorte politica, fu schierato ben due volte da D'Alema contro Vendola, ma forse questa volta potrebbe essere la volta buona (per Boccia). Se poi D'Alema optasse anche per Roma, già qualcuno intravede un'altra nemesi, un duello Orfini-D'Alema, tipo padri contro figli (ripudiati s vicenda). E ancora: a Napoli, se Bassolino scende in campo, si prospetta un duello con Paolo Siani. Sempre a Roma, se Grasso oltre che a Palermo viene schierato nella Capitale, potrebbe andare in scena un duello molto a distanza e molto soft, ma sempre contesa, tra il presidente del Senato uscente e il presidente del Consiglio uscente Paolo Gentiloni.
LE RIVINCITE
Ci sono poi i duelli annunciati che sanno di rivincita vera e propria, come quello in Liguria tra Paita (Pd) e Pastorino (lista Grasso), un secondo tempo dopo lo scontro per la regione. In Toscana si profila un duello tutto al femminile, con Elisa Simoni, la cugina lontana di Renzi, che vuole sfidare Maria Elena Boschi.
Ma prima ancora di quella politica, il regolamento dei conti è diventato proprio dei conti, dei soldi, degli arretrati. Con una lettera gentile nei toni ma dura nella sostanza, il tesoriere dem Bonifazi batte cassa e chiede a Mdp di saldare il debito di 500 mila euro accumulato da alcuni parlamentari che erano del Pd e sono passati a Mdp. Perfidamente, Bonifazi rende noto che tra i morosi non ci sono né Bersani né Speranza («loro hanno regolarizzato il debito»), e conclude con una battuta al vetriolo: «Sono soldi per i lavoratori, anche loro sono liberi e uguali».

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