Gentile Direttore le misure che l’amministrazione comunale di Pescara ha varato per ridurre l’inquinamento atmosferico che soffoca da tempo la nostra città, sono veri e propri pannicelli caldi per un problema serio alla cui soluzione nessuno ha il coraggio di intervenire seriamente. Lo sanno anche i non addetti ai lavori che a Pescara l’aria è avvelenata perché in città circolano 120 mila auto private al giorno che emettono sostanze nocive per la nostra salute, soprattutto per quella dei bambini e degli anziani, troppe per un territorio che non può contenerne così tante. Ma a Palazzo di Città che cosa decidono? Di tarare a 18 gradi la temperatura dei termosifoni degli edifici pubblici e privati! Perché a 18, uno si chiede, e non a 19? Perché a quella temperatura le emissioni delle polveri sottili emesse dagli impianti di riscaldamento assicurano un’aria più salubre? Chi ha fatto questi calcoli? Dove sono questi studi? Chi ha verificato la loro attendibilità? Chi controllerà che nelle abitazioni dei pescaresi sarà rispettato questo assurdo “diktat” di dubbia legittimità? La verità è che ancora una volta a Pescara ha vinto la logica che fino ad oggi ha condizionato la condotta di tutte le compagini amministrative: quella di non creare problemi ai commercianti che reclamano la circolazione delle auto dovunque, senza limitazione di sorta. La logica dei parcheggi dovunque, soprattutto in centro città. E allora per non disturbare il manovratore ci inventiamo le soluzioni più strampalate e bizzarre. Attendevamo controlli più severi sulla viabilità cittadina per fluidificare e velocizzare il traffico veicolare, rendendo più efficiente il servizio pubblico di trasporto che tanti problemi incontra per la sosta selvaggia e per il congestionamento delle principali strade della città, che poi è ciò che l’assessore Gianni Teodoro ha annunciato ai sette venti due mesi fa e di cui nessuno si è accorto. Allora è proprio il caso di dire “la situazione è grave ma non è seria”.