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Data: 11/12/2017
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Salvini in piazza: «La legge Fornero è da stracciare, voglio farla piangere»

Matteo Salvini è arrivato poco dopo le 11 a Piazza Santi Apostoli a Roma per partecipare alla manifestazione contro lo ius soli organizzata dalla Lega. Al sit in è stata lasciata solo una piccola parte della piazza, quella verso via Cesare Battisti. Al centro i blindati della polizia e davanti alla chiesa alcuni militanti dei centri sociali che protestano, con la loro contromanifestazione «Roma meticcia». Il leader leghista è stato accolto come una star dai suoi attivisti, con bandiere e richieste continue di selfie e abbracci.

Il commento sul caso Biden e fake news

Prima di salire sul palco, Salvini ha commentato il caso sulle fake news sollevato dall’ex vicepresidente americano Joe Biden: «Gli ambasciatori di Usa e Russia da convocare? Io chiederei anche la convocazione dei marziani. Gli italiani non votano in base a quello che dicono Putin e Trump, i venusiani: siamo alla follia. La vera fake news la sta rifilando la sinistra agli italiani, e gli italiani votano con la loro testa».

La diaspora dei centristi e la premiership

Il segretario della Lega ha anche commentato l’ipotesi di accogliere i probabili fuoriusciti da Alternativa popolare, visto che molti centristi stanno vivendo una diaspora in vista delle prossime elezioni: «I profughi sono quelli che scappano dalle guerre e noi non siamo l’arca di Noè». I sondaggi danno il centrodestra al 36%: «Se il centrodestra vince sarà un’avventura che durerà almeno dieci anni, non qualche mese. Berlusconi sarà parte di questa splendida avventura», ha detto Salvini. Sarebbe pronto a diventare premier? «Se gli italiani lo vorranno sarà una splendida realtà. In democrazia vince chi prende un voto in più».

Il no allo ius soli

Da palco, poi, il segretario della Lega ha attaccato il Pd — «Siamo noi il futuro, loro sono il passato. Renzi è un chiacchierone e appena il governo si degnerà di farci conoscere i collegi ovunque si candiderà lui mi candiderò io, magari a partire dalla sua Toscana. Se dovessi scegliere tra Renzi e Putin non avrei dubbi su chi scegliere» — e soprattutto ha ribadito il no del Carroccio allo ius soli: «La cittadinanza arriva alla fine di un percorso, non è un regalo elettorale». Con la Lega al governo l’Italia sarà un Paese aperto ma non per tutti, assicura Salini: « Il governo Salvini avrà le porte spalancante per donne e bambini che scappano dalla guerra ma per chi non scappa dalla guerra ma ce la porta a casa nostra, serve un biglietto di sola andata per tornare a casa loro. Solidali ma non fessi, accoglienti e generosi ma non fessi, non chiedo troppo».

La legge ferma al Senato

Salvini è certo che la legge sullo ius soli, passata alla Camera e ferma al Senato, non passerà prima della fine della Legislatura: «Non ce la fanno a fare lo ius soli grazie alla Lega e a voi. La sinistra prende in giro gli italiani con 80 euro e gli immigrati regalando la cittadinanza».

L’accordo di coalizione e le lacrime della Fornero

Prima delle elezioni, ha assicurato Salvini, la Lega esigerà un patto di coalizione: «Chiederò al centrodestra che l’accordo sia firmato prima per non litigare dopo. Patti chiari amicizia lunga». «Non vedo l’ora di vincere — ha aggiunto poi — per stracciare la legge Fornero, e farla piangere ancora. Ne piange una, ne sorridono in milioni. Ieri ho parlato con una persona che versa contributi da 43 anni e si alza ogni mattina da 43 anni per andare a lavorare. E dopo 43 anni di lavoro andare in pensione è un sacrosanto diritto. Ne hanno aggiunti altri, di anni. Io chiederò al centrodestra idee chiare sulla vita vera».

L’Europa

Agli alleati Salvini chiederà chiarezza sul rapporto con l’Europa: «Voglio un patto di orgoglio e dignità, a Bruxelles non si va con il cappello in mano ma per fare gli interessi di 60 milioni di italiani. O stiamo con pari dignità o meglio soli che mali accompagnati, una vita da schiavo a mio figlio non la lascio. Ci hanno detto che dovevamo entrare nella moneta unica, un sistema immortale, io però non faccio demagogia ma guardo i dati. Quando Prodi festeggiava l’ingresso nella moneta unica il nostro debito era 1300 miliardi di euro, ci dissero che il debito scendeva ma oggi dopo 15 anni siamo a 2200 miliardi».

L’ironia sull’albero di Natale e la sindaca Raggi

Sarcasmo sulla sindaca di Roma, poi, e sulle polemiche per l’albero di Natale ribattezzato «spelacchio»: «Avessero chiesto a noi un albero, lo avremmo portato dal Trentino. Se questo è il biglietto da visita dei 5 stelle, l’anno prossimo glielo regaliamo noi un abete. E se qualcuno non si offende, faremo anche il presepe».

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