TERAMO La Procura chiede ed ottiene il giudizio immediato per il 58enne teramano Giovanni Di Luca, capo cantoniere dell' Anas arrestato con l'accusa di concussione. La prima udienza del processo è stata fissata per l'11 gennaio. L'uomo è ancora agli arresti domiciliari dopo che nei giorni scorsi il tribunale del Riesame dell'Aquila ha rigettato il ricorso presentato dai suoi legali, gli avvocati Giannicola Scarciolla e Stefano Franchi, che avevano chiesto la revoca della misura. Il capo cantoniere è stato arrestato a fine ottobre in seguito ad un'indagine svolta dalla guardia di finanza di Nereto e coordinata dal pm Luca Sciarretta. Il fascicolo dell'autorità giudiziaria nasce dalla denuncia di un imprenditore. Secondo le accuse il cantoniere sorvegliante, in qualità di incaricato di pubblico servizio, funzione equiparata a quella di un pubblico ufficiale, si sarebbe fatto consegnare dei soldi da almeno tre imprenditori che avevano chiesto dei permessi all'Anas per eseguire alcuni lavori: l'apertura di un varco di una strada privata sulla statale 16 e l'installazione di due cartelloni pubblicitari. E, secondo le accuse, il capo cantoniere - competente sul tratto teramano dell'Adriatica, da Città Sant'Angelo a Martinsicuro - avrebbe chiesto delle mazzette per concedere i permessi o per accorciare i tempi per il loro rilascio. Il gip Roberto Veneziano, che all'epoca ha firmato l'ordinanza, sempre su richiesta della Procura ha disposto il sequestro di 950 euro trovati in possesso del cantoniere, somma che, secondo gli inquirenti, gli sarebbe stata consegnata da un imprenditore indotto a pagare per evitare che il dipendente dell'Anas gli bloccasse la pratica con un diniego. Accuse, quelle della Procura, che ora dovranno essere provate nel dibattimento che inizierà a gennaio.