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Data: 15/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Grandi aziende e Pmi unite per il lavoro. Lolli: «Presto la bozza di programma per trasferire tecnologie e ricerca e aiutare le piccole imprese a emergere»

PESCARA Una short list di grandi aziende, quelle che hanno investito su ricerca e innovazione, pronte a trasferire il loro know how alle "cugine" Pmi , aumentando così il loro livello di competitività sui mercati internazionali. L'obiettivo finale è sempre lo stesso: accrescere l'occupazione, possibilmente quella sempre più qualificata. Sta prendendo concretezza l'idea di Giovanni Lolli, vice presidente della Regione, illustrata ieri nel corso del forum "Ricerca e innovazione: grandi imprese e Pmi in-formazione", e che subito dopo le feste di Natale vedrà la presentazione di una bozza di programma operativo. A raccogliere l'invito, per ora, le grandi imprese che hanno ottenuto il finanziamento dal bando Fesr Ricerca e Innovazione.
I PRESENTI. All'incontro hanno partecipato Giovanni Podda per Thales Italia, Sergio Galbiati (LFoundry), Giovanni Teodorani Fabbri di Fater, Marcello Vinciguerra di Honda Italia, Giovanni Guidotti (chief technical office di Leonardo) e Mario Torrisi, direttore mercato della Banca del Mezzogiorno .
L'IDEA. Una visione di sviluppo industriale, ha detto Lolli, «priva di approcci ideologici, che non parte dall'alto, dal chiuso delle stanze della Regione, ma che si realizza mettendo tutti insieme sul campo. Il dibattito pubblico ignora che l'Abruzzo è una regione molto industrializzata, e lo è inconsapevolmente. Siamo una delle regioni più industrializzate d'Europa, al di sopra della media nazionale, e molto al di sopra di quella del Meridione».
ABRUZZO ECCELLENTE. Automotive, ricerca spaziale e fisica delle particelle, cyber security, ricerca farmaceutica, moda.È nella natura intrinseca dei settori d'attività che è racchiusa tutta l'eccellenza abruzzese. «Ospitiamo eccellenze nazionali e internazionali», ha detto Lolli. Abbiamo la più grande industria italiana, il più importante laboratorio del mondo di fisica nucleare. Oggi in sala è presente il direttore Stefano Ragazzi, al quale ribadiamo che siamo felici e orgogliosi di avere questa struttura di ricerca sul nostro territorio».
LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL. La crisi è stata violenta, e non ha risparmiato l'Abruzzo. «Oggi», ha sottolineato Lolli, «siamo in una fase positiva e i dati dicono che dopo anni di buio si comincia a vedere la luce. Ci sono aziende che si stanno affermando sui mercati internazionali, e sono aziende che hanno manifestato capacità di interpretare l'industria 4.0. Detto questo dobbiamo guardare anche alle criticità».
PUNTI DI DEBOLEZZA. Infrastrutture? Poche e carenti, per non parlare della qualità dei servizi della pubblica amministrazione, «da regione meridionale. Una contraddizione evidente», secondo il vice presidente Lolli, «che crea uno svantaggio competitivo, e che alla lunga può bloccare lo sviluppo del sistema. Poi ci sono dei limiti insiti anche nel sistema industriale stesso, perché anche nelle medie e grandi aziende non va sempre tutto bene. Io seguo decine di crisi industriali aperte. Ho avuto modo di leggere il bilancio della Honeywell, e ho visto che ha chiuso con un utile di 286 milioni di euro. Mi chiedo quali siano le ragioni per cui un'azienda con un utile di questa portata venga chiusa».
IL PATTO. Quello che serve, secondo Lolli, è un patto fra imprese, che veda le grandi prendere per mano le piccole, aiutandole a recuperare il gap accumulato in questi anni. «Chiedo a voi e alle università, a voi che avete fatto questo percorso, di diventare protagonisti diretti, di assumere il ruolo di guida per il sistema delle Pmi e trasferire a quel sistema tecnologie e mentalità, formandone manager e personale».
LA BANCA. Ridurre il divario tra il Meridione, e con esso anche l'Abruzzo, e il resto d'Italia. Questo, secondo Mario Torrisi (Banca del Mezzogiorno), deve essere l'obiettivo dal quale le politiche industriali non possono prescindere. «Viviamo in parte del Paese in cui un terzo del degli territorio e un terzo abitanti producono un quarto del Pil dell'Italia. Dobbiamo cercare di far diminuire la forbice, quantomeno restringerla. È vero che i dati Istat dicono che il Pil nel Mezzogiorno sta crescendo, in alcune aree in misura maggiore rispetto al resto del Paese .I dati ci danno un quadro di speranza, nel senso che non c'è stata quella desertificazione industriale che si temeva, il che dimostra la dinamicità del tessuto imprenditoriale che si è manifestata in diversi settori. La grande scommessa è quella del digitale, dove si giocano grandi partite. Devo dire che il governo ha fatto scelte importanti nel settore dell'industria 4.0. Noi, e il sistema del credito, in questa scommessa vogliamo esserci. In questo contesto mi piacerebbe individuare l'approccio che una banca come la nostra può avere per creare le condizioni di uno sviluppo duraturo e sostenibile».

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