ROMA Le parole di Giuseppe Vegas arrivano all'inizio del pomeriggio in Commissione banche. E sembrano pesanti come pietre: «L'allora ministro per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi - riferisce il presidente della Consob - mi chiese un incontro per parlare di Banca Etruria. Espresse preoccupazione, perché, a suo avviso, l'aggregazione con la Popolare di Vicenza avrebbe comportato problemi alle aziende che operano sul mercato dell'oro ad Arezzo». Il conflitto di interesse della sottosegretaria, figlia dell'ex vice presidente della Banca, tiene banco e fa scoppiare la polemica con le opposizioni che sottolineano come stia emergendo uno scenario diverso da quello disegnato dalla stessa Boschi nell'audizione in Parlamento del 18 dicembre 2015. «Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia» twitta Carlo Sibilia, membro del M5S della commissione. Il candidato premier del Movimento, Luigi Di Maio, fa un video per sollecitare la Boschi a lasciare l'incarico. Sulla stessa linea LeU e Fratelli d'Italia. Contro il conflitto di interessi punta il dito anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Ma c'è anche un altro nodo che emerge dalle parole di Vegas: il presunto insider trading sulle azioni delle Popolari prima che il governo emanasse il decreto. Con le informazioni che Carlo De Benedetti avrebbe ricevuto direttamente da Renzi e Bankitalia.
GLI INCONTRI
La bufera arriva lentamente. La domanda di Davide Zoggia di Mdp sembra quasi banale, per quanto allusiva: «Ha mai parlato delle banche in crisi con qualche esponente di governo?». Vegas è pronto: «Mi aspettavo questa domanda, della questione Banca Etruria ho avuto modo di parlare con l'allora ministro Boschi che espresse un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c'era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l'oro». Parte la raffica: Andrea Augello (Idea) chiede di contestualizzare quegli incontri. Quando e perché. La prima data è aprile 2014. Il luogo Milano, sede della Consob. Di appuntamenti ne seguirono altri anche a maggio. «Il ministro Boschi mi ha illustrato una situazione che riteneva inadeguata rispetto al possibile matrimonio di Etruria con Vicenza - continua Vegas - era un contesto nel quale non avevo alcuna competenza. Non fece pressioni, era una cosa normale», chiosa pacato. Al secondo incontro la Boschi anticiperà al presidente di Consob il ruolo che il mese successivo avrebbe assunto il padre diventando vice presidente di Banca Etruria.
DIMISSIONI
Tanto basta. Per le opposizioni Boschi deve lasciare l'incarico. La bufera oltrepassa le mura di San Macuto. «Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta», dice Carlo Sibilia, mentre l'audizione è ancora in corso. Di Maio non perde tempo e chiede le dimissioni. «Pretendiamo le dimissioni della Boschi» tuona anche il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. «Come volevasi dimostrare le bugie hanno le gambe corte. Il ministro Boschi non era estraneo ai fatti di Banca Etruria. Tutt'altro. Ora la Boschi abbia almeno il buon gusto di dimettersi». Ha dichiarato in una nota Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega. La risposta di Boschi non si è fatta attendere e sempre a colpi di social si è difesa dicendo su Facebook di non aver mentito né di aver mai esercitato pressioni sul presidente della Consob. Mentre il Pd prova a fare quadrato attorno al sottosegretario, intervenendo in commissione il presidente Matteo Orfini chiede a Casini di inviare a tutti i commissari il link del famoso intervento di Boschi in Parlamento perché possano valutare le contraddizioni tra le parole di Boschi e quelle di Vegas.