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Data: 15/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Etruria, tempesta sulla Boschi. Parlò della banca con il presidente Consob . M5s e Mdp: «si dimetta». Ma Renzi la difende. La sinistra contro il Gentiloni bis. Grasso: «Serve lealtà». Liberi e Uguali all'attacco

ROMA La polemica aleggiava già da tempo, ma tutti si aspettavano che la controversa vicenda della sottosegretaria Maria Elena Boschi e delle sue presunte incursioni nelle sorti di Banca Etruria sarebbe deflagrata la settimana prossima, con l'audizione in commissione di inchiesta sulle banche dell'ex a.d di Unicredit, Federico Ghizzoni. La bufera, invece, è scoppiata già ieri. Complice Giuseppe Vegas che, ormai alle sue ultime ore sulla poltrona di presidente della Consob, ha rivelato a deputati e senatori della bicamerale di aver incontrato a suo tempo l'allora ministra per parlare di Banca Etruria. Quella che all'inizio era suonata come un'ammissione volontaria («può essere più preciso? Mi aspettavo questa domanda», ha detto Vegas rivolgendosi a Davide Zoggia di Mdp che gli chiedeva senza fare apertamente nomi, se avesse mai parlato delle banche in crisi con qualche esponente di governo) ha aperto un fuoco di fila di domande incalzanti. E ha di fatto scatenato una ridda di polemiche anche al di fuori delle mura di Palazzo San Macuto, sede della commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini. Della questione Banca Etruria «ho avuto modo di parlare con l'allora ministro Boschi», ha spiegato Vegas ai commissari, sottolineando che quest'ultima espresse «un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c'era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l'oro». Lo scambio Vegas-Boschi si dipanò in due o tre incontri tra Roma e Milano, fra aprile e maggio 2014. Incontri durante i quali, però, il presidente della Consob ha assicurato che non arrivò alcuna pressione, ma solo un'esposizione dei fatti: «Il ministro Boschi mi ha illustrato una situazione che riteneva inadeguata rispetto al possibile matrimonio di Etruria con Vicenza, ma non mi ha chiesto nessun intervento, né avrebbe potuto chiedermelo». E in un'occasione Boschi fece sapere a Vegas che il padre sarebbe diventato vice presidente di Banca Etruria. Le parole e le precisazioni di Vegas non sono tuttavia bastate a convincere le opposizioni che si trattasse, come ha detto il numero uno della Commissione, di cosa «normalissima» il fatto che «un parlamentare si interessi della sua costitutency» (collegio elettorale). La reazione delle opposizioni non si è fatta attendere. Così mentre gran parte dell'audizione ha girato intorno al nodo banca Etruria, anche fuori della Commissione le polemiche non hanno tardato a scatenarsi. «Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015 ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia» ha twittato Carlo Sibilia, membro del M5S della commissione. E di conseguenza il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio ha chiesto in un video le dimissioni del sottosegretario. «Pretendiamo le dimissioni della Boschi» ha detto anche il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. «Come volevasi dimostrare le bugie hanno le gambe corte. Il ministro Boschi non era estraneo ai fatti di Banca Etruria. Tutt'altro. Ora la Boschi abbia almeno il buon gusto di dimettersi». Ha dichiarato in una nota Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega. La risposta di Boschi non si è fatta attendere e sempre a colpi di «social» si è difesa dicendo su Fb di non aver mentito né di aver mai esercitato pressioni. E soprattutto di non avere alcuna intenzione di dimettersi. E il Pd ha fatto quadrato. A partire dal segretario Matteo Renzi che in tv a «Piazza pulita» ha definito legittimo l'incontro tra Vegas e Boschi aggiungendo di essere «sconvolto dal fatto che questo tema sia un'arma di distrazione di massa. In questi anni nelle banche ci sono state ruberie, furti e latrocini ad ogni livello, acquisizioni che gridano vendetta, un sistema che non ha funzionato e invece da due anni i media parlano quasi esclusivamente di Banca Etruria».

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