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Data: 15/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Tesoro: bonus mamme a tutte Pensioni, ok ai 67 anni dal 2019

ROMA Il ministero dell'Economia si muove per estendere il bonus mamme a tutte le donne straniere in regola, comprese quelle finora escluse perché non in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo. E' questa l'indicazione che filtra da fonti di Via XX Settembre. Il ministero starebbe infatti preparando una memoria, indirizzata all'Inps, per modificare la struttura della circolare, concordata in primavera con l'istituto, che regola l'erogazione del premio alla nascita di 800 euro una tantum concesso da quest'anno alle madri o alle donne incinte da almeno 7 mesi. La mossa del ministero, ovviamente, è collegata alla sentenza del Tribunale di Milano che ha giudicato discriminatoria la condotta dell'Ente previdenziale in quanto la legge nazionale istitutiva del beneficio prevede che il bonus sia concesso con la massima ampiezza, persino senza alcun limite di reddito, come invece stabilito per il bonus bebè da 80 euro al mese. Nel giro di pochi giorni, insomma, anche le mamme extracomunitarie in regola ma in Italia da meno di 5 anni potranno incassare l'assegno. Fonti alle prese con il dossier spiegano che la novità non comporterà alcuno scossone alla ripartizione del premio. La misura, finanziata per 392 milioni e strutturale, è concepita per coprire 490 mila nascite l'anno, poco più della media degli ultimi anni. E dunque l'estensione alle mamme prive di permesso di soggiorno di lungo periodo (una fascia peraltro minoritaria) non toglierà diritti a nessuno. Tanto più che a metà dicembre sarebbero circa 400 mila le domande inviate all'Inps. Intanto è da ieri in Gazzetta ufficiale da ieri il decreto del ministero dell'Economia, di concerto con quello del Lavoro, che ufficializza per il 2019 l'incremento di cinque mesi dell'età per la pensione vecchiaia (che passa quindi a 67 anni e degli altri requisiti a partire da quelli per la pensione anticipata. Con questo adempimento, per il quale la scadenza era fissata alla fine dell'anno, si conclude definitivamente la partita iniziata al tavolo tra governo e sindacati e proseguita in Parlamento con la discussione della legge di Bilancio.
L'ESENZIONE
Il provvedimento fissa dunque i nuovi requisiti, ma dal primo gennaio entrerà in vigore la legge che esclude da questo inasprimento quindici categorie di lavoratori impegnati in attività gravose, le undici già destinatarie dell'indennità Ape social e le quattro che sono state aggiunte al termine della trattativa con Cisl e Uil. In tutto l'esenzione riguarderà nel 2018 14.800 persone. E alla Camera dei Deputati, dopo l'approvazione dell'emendamento che allarga proprio l'Ape social, hanno ottenuto il via libera anche altre proposte dell'esecutivo in particolare per dare sostegno finanziario (375 milioni nel 2018) alle Regioni e ai Comuni in difficoltà (come Napoli) che avranno 20 anni invece di 10 per risanare i propri conti.

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