PESCARA L'Abruzzo continua a registrare segnali di ripresa e non è più in fase di recessione, ma è fondamentale sfruttare bene tali segnali per tornare a crescere. È quanto emerge dal "Rapporto sull'andamento del manifatturiero abruzzese nel primo semestre 2017", curato da Confindustria e Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali (Cresa). Si tratta della prima indagine curata insieme dall'associazione industriali e dal Cresa, con il supporto di Bper. I risultati sono stati illustrati ed analizzati nel corso di un incontro nella sede di Confindustria. Presenti, tra gli altri, il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone, il presidente del Cresa, Roberto Di Vincenzo, il vicepresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, il direttore territoriale Bper, Guido Serafini, e l'economista Pino Mauro. Dall'indagine emerge come il sistema manifatturiero abruzzese sia in fase lievemente crescente, con risultati sul mercato interno migliori di quelli esteri e aumenti tendenziali assai più contenuti di quelli congiunturali. Deboli sono gli incrementi su base annua, con diffuse variazioni positive, ma inferiori all'1%. Nei sei mesi, la produzione, a fronte di una aumento medio nazionale del +2,2%, si ferma ad un +0,7%. Export al +0,3% e occupazione al +0,1%. Moderatamente positivo, tranne che sotto il profilo dell'occupazione, il clima di opinione per la seconda metà dell'anno. Se le piccole imprese registrano un incremento dei livelli occupazionali, sono le medie imprese, grazie al traino delle chimico-farmaceutiche, a mettere a segno, nel complesso, i migliori risultati. Le grandi imprese, invece, confermano la loro maggiore capacità di competere sui mercati internazionali. Performance migliori nella provincia di Chieti, quelle peggiori a Pescara. Stabile L'Aquila, mentre Teramo registra i migliori incrementi tendenziali. Proprio perché permangono delle difficoltà, secondo Confindustria «i decisori politici devono compiere scelte rapide ed efficaci che consentano di superare definitivamente la debolezza strutturale del sistema economico locale». «Sono dati confortanti che vanno nella direzione di una ripresa», commenta Ballone, sottolineando che, però, «c'è da fare ancora molto: serve una pubblica amministrazione che recepisca le esigenze delle imprese». In altre parole una pubblica amministrazione 4.0, che sappia diventare snella e veloce al fine di favorire le logiche dell'Industria 4.0. Liquidità, crescita del lavoro, digitalizzazione, miglioramento della rete strutturale materiale e immateriale, sistema formativo, fiscalità: Ballone illustra le priorità e sottolinea la necessità di «dare maggiore competitività al territorio e alle imprese». I dati confermano come l'Abruzzo sia «uscito dalla recessione», secondo l'economista Pino Mauro, che parla di una regione a due velocità, perché «permangono alcune differenze sostanziali tra grandi imprese e piccole e medie imprese», con le seconde ancora in affanno. «Si conferma il fatto che bisogna assolutamente puntare sull'innovazione», osserva Lolli, «sfruttando le aziende che sono più avanti, affinché trasferiscano know how e facciano cultura. La richiesta di sburocratizzazione, inoltre, è sacrosanta ed è possibile: la Carta di Pescara ne è la prova». Di Vincenzo annuncia che si sta «lavorando con altre associazioni per lavorare su un'indagine economica unica anche per i settori del commercio, dell'artigianato e dell'agricoltura».