Tutti al corso di formazione dell'Atac, pazienza se i passeggeri si ritrovano per ore con le biglietterie chiuse. Succede nella Roma-Lido, la tratta che ha appena conquistato, per il terzo anno consecutivo, lo scettro di peggiore ferrovia d'Italia. Negli ultimi giorni i responsabili della linea hanno organizzato alcune lezioni nella sede aziendale di Acilia e diversi addetti delle biglietterie si sono iscritti. Peccato che per partecipare ai corsi non abbiano potuto accomodarsi agli sportelli. E soprattutto che nessuno li abbia rimpiazzati. Il 13 dicembre scorso, per esempio, 7 addetti di stazione hanno partecipato - così si legge nei bollettini interni - alle lezioni alla Direzione centrale operativa di Acilia. E infatti sugli stessi fogli presenze nessuno risulta in servizio alla stazione Cristoforo Colombo. Nessuno. Alla stazione di Ostia antica, invece, le biglietterie sono rimaste chiuse per cinque ore, per lo stesso motivo. Il personale poteva essere organizzato diversamente? Chissà, certo è che questa disastrata ferrovia sconta un altro paradosso, quello di avere più macchinisti rispetto ai turni programmati (in gergo tecnico si chiamano linee di ciclazione).
I dipendenti che vendono ticket e abbonamenti, invece, scarseggiano. E si sa quanto ce ne sarebbe bisogno, considerati i livelli di evasione record sui mezzi pubblici della Capitale.
SERRANDE ABBASSATE
Sulla Roma-Lido le biglietterie sono aperte solo nel 21,4% delle stazioni, ha calcolato Legambiente nell'ultimo rapporto Pendolaria; nel 78,6% delle fermate non c'è traccia o quasi di personale ferroviario e nell'85,7% dei casi i tabelloni elettronici degli orari sono fuori uso. Il dossier pubblicato lunedì scorso ha confermato quello che tanti pendolari sanno benissimo. Cioè che il servizio sulla tratta per il lungomare «non è assolutamente adeguato a un bacino d'utenza enorme e i risultati sono purtroppo evidenti, ormai la linea registra un afflusso giornaliero di 55mila tra studenti e lavoratori contro i circa 100mila stimati fino a pochi anni fa». Un crollo del 45%, annota il dossier di Pendolaria. I 23 treni rimasti in servizio (erano 24 nel 2015) hanno in media 20 anni. E infatti le corse effettuate nel 2016 sono state 55.332, il 7,2% in meno rispetto a quanto pattuito col Campidoglio. Una perdita di 121mila treni/km.