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Data: 20/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Processo, Atac e conti: le grane di Virginia che non vede l'ora di tornare a fare l'avvocato

ROMA I guai giudiziari, il rischio fallimento per Atac, la grana dei conti con il Governo. A mettere in fila le date, l'agenda di Virginia Raggi appare complicata fin dai primi giorni del 2018. La sindaca si trova così a camminare su una serie di «mine» che possono destabilizzarla alla guida della Capitale. Primi botti dell'anno nuovo. Trappole dall'imprevidibile ricaduta politica. Tutto può succedere.
Il 9 gennaio dovrà presentarsi davanti al gup per la richiesta di rinvio a giudizio (è accusata di falso) per la nomina di Raffaele Marra. Il 26 dello stesso mese, il tribunale fallimentare di Roma dovrà pronunciarsi sul concordato proposto dal Campidoglio per la municipalizzata dei trasporti. In mezzo, la questione del debito storico del Comune. La commissaria Silvia Scozzese si è dimessa, Raggi vorrebbe succederle, il Governo le ha già detto di no. Ieri la sindaca e il premier Paolo Gentiloni si sono parlati al telefono proprio su questo. Da parte di Palazzo Chigi c'è la massima collaborazione ma anche la fermezza a voler nominare il commissario, senza interferenze da parte del Campidoglio. Da qui partirà il nuovo anno della grillina, che sarà bloccata a Roma almeno per la prima parte delle feste di Natale. La Vigilia passerà alla cena della Caritas, il Natale al pranzo della comunità Sant'Egidio, in mezzo ci sarà la conferenza stampa di fine anno e poi la festa di San Silvestro. Un ruolino di marcia serrato. Che fa dire ai suoi più stretti collaboratori: «Eh ti credo che ha parlato di uscire viva da questa esperienza: la sindaca non ha più una vita, signori!».
LA NOSTALGIA
Chi la conosce sa che sotto sotto Virginia vede come un traguardo la fine della consiliatura anche per ritornare al suo lavoro di avvocato, nello studio legale di Pieremilio Sammarco. I rapporti umani e di amicizia tra i due continuano. «Il prof», per esempio, la difenderà, come cittadina, nella causa di diffamazione intentata da Alfredo Romeo. Proprio Sammarco è stato avvistato in compagnia di «Virginia» lo scorso 5 dicembre alla festa di Paolo Sorrentino per la nuova Rinascente di via del Tritone. Insomma, legami forti. Perché quello, lo studio legale dove Raggi si allenava per i dibattiti in campagna elettorale quando era ancora una candidata, rimane la sua seconda casa. A cui pensa spesso con un pizzico di canagliesca nostalgia «che ti prende proprio quando non vuoi». Ma anche con la consapevolezza che, se il «Dominus Sammarco» vorrà, lì farà ritorno quando tutto sarà finito. Nella migliore delle ipotesi nel 2021, nella peggiore non si sa. Adesso, intanto, il vero scoglio è rappresentato dall'udienza preliminare del 9 gennaio.
LA STRATEGIA
La sindaca ha deciso di percorrere la strada del rito ordinario: niente abbreviato. Dunque, in caso di processo, la faccenda non sarà rapida: ci sarà un dibattimento, i testimoni, l'accusa e la difesa. «Sono molto tranquilla: dimostrerò la mia totale innocenza», ripete spesso spruzzando ottimismo nelle stanze del Campidoglio. Dove ormai si respira un'aria più serena, anche se la tempesta (e quindi il nemico e quindi il complotto) è sempre dietro l'angolo. «In questi giorni - racconta chi le sta vicino - è arrabbiatissima per la vicenda dell'albero: chissà che c'è dietro». Ma questi sono particolari. Così come sono cambiati i rapporti con i vertici del M5S (politici e della comunicazione): se ne parla il meno possibile e si cerca di «parare» i danni, schivando gli imprevisti. Vivendo un po' alla giornata. Come Roma?

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