ROMA Nessuna pressione, ma l'allora ministro Maria Elena Boschi chiese se era pensabile che Unicredit potesse valutare l'acquisizione di Banca Etruria. Dopo le audizioni dei giorni scorsi dei vertici di Consob e Bankitalia, è stata la volta di quella forse più attesa, ovvero quella dell'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni. Stava a lui confermare o meno quello che Ferruccio De Bortoli aveva scritto nel suo libro e cioè che da parte dell'allora ministro Boschi ci sarebbe stata una sollecitazione su Unicredit in merito ad una possibile acquisizione dell'istituto aretino. Tanto che il suo intervento ha scatenato reazioni contrapposte, sia nei protagonisti, sia nei partiti. In una lista molto dettagliata letta davanti ai 40 commissari presieduti da Pier Ferdinando Casini, Ghizzoni ha ripercorso per quasi 4 ore tutte le tappe dei suoi incontri che da settembre 2014 si svolsero con i vertici di Etruria prima e con il ministro Boschi poi. E quanto in particolare, dopo i due primi episodi in cui l'argomento non fu toccato, il tema Banca Etruria venne fuori in un incontro «one to one» il 12 dicembre di quell'anno. Fu in quell'occasione che, ha spiegato Ghizzoni, Boschi illustrò la preoccupazione («che mi era sembrata sincera» spiega) per gli impatti sul territorio toscano della crisi di Mps ed Etruria e poi «mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un'acquisizione o un intervento su banca popolare dell'Etruria». Ma, secondo il banchiere, la richiesta avvenne in un «colloquio cordiale» nel quale «non avvertii pressioni». E d'altra parte Ghizzoni le spiegò «che per le richieste di questo genere non ero in grado di dare risposta positiva e negativa», e le disse che avrebbe valutato la banca e che avrebbe poi dato una risposta «in totale autonomia e indipendenza». Il dossier Etruria non gli era comunque suonato nuovo, visto che già i vertici della stessa banca lo avevano contattato agli inizi di settembre per sondare la sua disponibilità ad acquistarla. E dopo una serie di altri incontri, fatte tutte le valutazioni necessarie da parte degli organi competenti all'interno della banca, a fine gennaio 2015 Unicredit comunicò alla banca aretina il suo no all'acquisto, ribadendolo di lì a poco anche al capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo. Ma le sorti dell'istituto aretino sembravano suscitare l'interesse di molti. Tanto che nella sua ricostruzione Ghizzoni ha consegnato agli atti della commissione di inchiesta una mail del 13 gennaio 2015, un mese dopo il suo incontro con Boschi, mittente Marco Carrai. «Ciao Federico, solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti se possibile e nel rispetto dei ruoli» scriveva lo storico amico di Matteo Renzi. Ghizzoni «decise volutamente» di non chiedere chiarimenti o da dove arrivassero le sollecitazioni perché non voleva «aprire altri canali di comunicazione». Rispose solo «stiamo lavorando» e che la risposta sarebbe stata data ai vertici di Etruria.