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Data: 21/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Italo rifinanzia il debito e libera le azioni dal pegno

ROMA Italo rimuove l'ultimo ostacolo sulla strada della quotazione in Borsa, liberando le azioni dei soci dal pegno delle banche. Qualche giorno fa, secondo quanto risulta al Messaggero, sarebbe stato definito il rifinanziamento dell'intera esposizione (700 milioni), a condizioni più vantaggiose per Ntv, la società partecipata da Intesa Sp (19,2%), Diego Della Valle (17,4%), Generali (14,6%), Luca di Montezemolo (12,4%) e dove Flavio Cattaneo detiene il 4,9%. Ieri mattina si sono svolti in via del Policlinico, sede della principale società ferroviaria privata italiana, cda e assemblea per assumere delibere tecniche riguardanti i principi contabili Ifrs 9 e la redazione del bilancio annuale. Il tutto in prospettiva dell'ipo sulla rampa di lancio. Ma le decisioni finali, come la data per lo sbarco in piazza compatibilmente con l'ok Consob al prospetto, dovrebbero essere prese da cda e assemblea di venerdì 19 gennaio.
La nuova manovra finanziaria comprende l'estinzione anticipata del bond high yield di 550 milioni emesso il 23 giugno scorso e la rimodulazione dei 150 milioni residui verso gli istituti. Banca Imi, Credit Suisse, Goldman Sachs, Banca Akros (Banco Bpm) e Mps Capital Services che gestirono il collocamento del bond sui mercati internazionali, ebbero il pegno sul 100%. Il bond aveva scadenza 23 giugno 2023 con cedola trimestrale del 3,5%.
L'accordo prevede che alla nuova linea di credito a disposizione di Italo, gestita da Banca Imi in veste di capofila, partecipino Banco Bpm, Unicredit, Credit Suisse, Goldman Sachs con quote più alte per gli istituti italiani. In cambio i creditori hanno liberato la garanzia. I 700 milioni verranno rimborsati con i proventi della quotazione di una quota almeno del 30% riveniente in proporzione dai pacchetti posseduti dai singoli soci. Il nuovo finanziamento comunque avrà durata 5 anni e uno spread di 250 punti base, 100 punti meno rispetto al vecchio prestito. Questo si traduce in un vantaggio di circa 5,5 milioni annui moltiplicati per 5 anni (27,5 milioni).

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