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Pescara, 24/07/2024
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Data: 24/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Statali, arriva il contratto con aumenti di 85 euro. Nuove regole e scatti sullo stipendio. Previsto da marzo un bonus ai più poveri. Il ministro Madia: «Impegno mantenuto». Va in archivio la legge Brunetta

ROMA È stato firmato nella notte il contratto per gli statali. Nuove regole e scatti sullo stipendio base che vanno dai 63 ai 117 euro lordi al mese, per una media di 85 euro. Ma chi guadagna meno, da marzo, potrà contare anche su un'extra. Non solo, cambiano i licenziamenti, con una stretta su assenteismo, molestie e conflitti di interessi. Alla firma dell'accordo tra i sindacati e l'Aran, si è arrivati dopo un negoziato fiume. Una sigla attesa «da un decennio», sottolinea il premier Paolo Gentiloni. Segno che «l'Italia merita fiducia», scrive su Twitter. Soddisfazione dalla ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: «Impegno mantenuto», spiega, «archiviata la logica punitiva della legge Brunetta». Le novità riguardano circa 250 mila dipendenti, gli statali in senso stretto (dai ministeriali agli agenti del Fisco) ma la portata si estende a tutto il pubblico impiego, fatto di oltre tre milioni di lavoratori. Si tratta infatti di un contratto «apripista» che detterà la linea anche per gli altri comparti: sanità, scuola ed enti locali.Da qui il percorso lungo e tortuoso per giungere all'intesa. Mesi di negoziati, un tavolo rimasto aperto per tre giorni e una seduta fiume di diciotto ore. Si è arrivati alla sottoscrizione alle quattro di notte. «Più diritti, più contrattazione, più salario», digita la leader della Cgil, Susanna Camusso. È stata restituita «dignità» ai lavoratori del pubblico, sottolinea la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan. La Uil, con il segretario confederale Antonio Foccillo, definisce la sigla «un atto di responsabilità». «Un traguardo per tanti lavoratori», commenta Massimo Battaglia della Confsal Unsa. Ma c'è anche chi non ha sottoscritto. Hanno detto no l'Usb, la Cisal e la Cgs, bollando l'accordo come «un amaro regalo di Natale». E qualche dubbio lo sollevano anche le opposizioni: «è normale che questo piccolo aumento arrivi casualmente in piena campagna elettorale?», si chiede il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. L'altra domanda è quando si faranno sentire gli aumenti in buste paga? Affinché l'accordo si traduca in euro occorrono ancora alcuni passaggi. Solo dopo la validazione da parte della Corte dei Conti, infatti, la Ragioneria potrà mettere in liquidazione i cedolini aggiornati. Si può immaginare che l'una tantum con gli arretrati, pari in media a 545 euro medi, sia pronta già per febbraio, di certo non prima. A marzo invece scatteranno i rialzi a regime per il 2018 e il cosiddetto elemento perequativo, che nel complesso vale 210-260 euro. Assegno questo valido solo per le prime sette fasce retributive, come indennità contro eventuali perdite dovute al sovrapporsi dell'incremento contrattuale con il bonus Renzi. E ancora, ad aprile arriverà qualche altra piccola posta. In tutto con il rinnovo il guadagno annuo va dai 1.019 ai 1.506 euro, a seconda della qualifica. Un plafond in cui rientra anche un calcolo più vantaggioso del compenso per l'attesa. Senza contare che le amministrazioni più ricche, come quelle del parastato e le agenzie fiscali, si potranno avvalere di un plus sul salario accessorio (dai 9 euro mensili ai 14,5). Un più che gli spetta visto che sono rientrate nello stesso calderone dei più poveri ministeriali. In effetti il nuovo contratto «ne ha messi insieme sei diversi», ha tenuto a sottolineare il presidente dell'Aran, Sergio Gasparrini. Basti considerare che il testo è lungo 129 pagine, per ben 96 articoli. Diverse le novità last-minute. Dalla stretta sui licenziamenti per conflitti d'interessi (ci rientrano anche suoceri, nuore, generi o cognati) alle precisazioni sulle clausole anti-assenteismo, per cui per un furbo paga tutto l'ufficio solo davanti a casi privi di giustificazioni. E comunque i danni maggiori ricadranno su chi truffa, piuttosto che sui colleghi. Salvi poi la pausa di mezz'ora e i buoni pasto. Viene invece messo un tetto agli straordinari (200 ore annue). Ai sindacati è stato riconosciuto un ruolo rafforzato in tutto ciò che riguarda turni e flessibilità. Nasce anche un Osservatorio per il benessere dei travet, che sarà attento a prevenire episodi di burnout, esaurimento da lavoro.

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