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Data: 24/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, scatto di 85 euro stretta sugli assenteisti

ROMA Dopo quasi dieci anni, e dopo, come da copione, una maratona notturna conclusasi alle prime luci dell'alba di ieri, il governo e i sindacati hanno firmato il primo rinnovo del contratto degli statali. L'accordo riguarda circa 250 mila dipendenti pubblici, quelli che fanno parte del comparto delle funzioni centrali, che comprende i ministeriali, le agenzie fiscali e il parastato (come Inps e Inail). L'aumento sarà, come promesso dal governo, di 85 euro lordi mensili. Non significa che tutti riceveranno gli 85 euro lordi, ma il corpo centrale dei lavoratori sì. Gli scatti, che saranno in busta paga da marzo, vanno da 63 a 117 euro mensili lordi. Ma, almeno per il 2018, l'Aran e i sindacati sono riusciti a garantire che a tutti arrivino almeno 85 euro. Questo grazie ad un bonus riservato alle fasce di reddito più basse e che varierà da 21,1 a 25,8 euro. Un extra che sarà pagato per dieci mesi e permetterà a tutti i lavoratori del comparto di avere un aumento di almeno 84 euro lordi. Rivisto anche il meccanismo dei premi. Ai dipendenti più bravi, quelli con valutazioni «eccellenti», andrà un extra premio del 30%. Grande soddisfazione è stata espressa dalla ministra della Funzione pubblica Marianna Madia. «Impegno», ha detto, «mantenuto».
LE REAZIONI
Anche i sindacati hanno brindato all'intesa. «Più diritti, più contrattazione, più salario», ha scritto sui social la leader della Cgil, Susanna Camusso. È stata restituita «dignità» ai lavoratori del pubblico, ha sottolineato invece la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. La Uil, con il segretario confederale Antonio Foccillo, ha definito la firma del contratto «un atto di responsabilità», mentre il segretario generale Carmelo Barbagallo ha auspicato che ora si vada avanti con gli altri comparti. Positivo anche il commento di Massimo Battaglia, della Confsal Unsa. «Un traguardo», ha sottolineato, «per tanti lavoratori». Ma c'è anche chi non ha sottoscritto l'accordo. Hanno detto no l'Usb, la Cisal e la Cgs, bollando l'accordo come «un amaro regalo di Natale». Parla invece di un «grande lavoro di armonizzazione sia della disciplina contrattuale che del corpo normativo del contratto con le leggi», il presidente dell'Aran Sergio Gasparrini, che dà anche atto di un «grande senso di responsabilità» ai sindacati che hanno firmato l'accordo. Il contratto adesso dovrà essere trasmesso alla Corte dei Conti, che avrà 15 giorni di tempo per bollinarlo. Poi tornerà al ministero dell'economia per le verifiche e, infine, entrerà in vigore. Gli aumenti, come detto, scatteranno da marzo, ma nella busta paga di febbraio, se i tempi tecnici lo permetteranno, dovrebbero essere pagati gli arretrati del 2016, del 2017 e dei primi due mesi del 2018. Secondo alcuni calcoli, si tratterebbe, in media, di 545 euro lordi per ognuno dei circa 250 mila statali coinvolti in questo primo rinnovo. A cui, come ha ricordato ieri anche il segretario Dem Matteo Renzi, dovranno seguire gli altri, quello della Scuola, degli Enti locali e della Sanità. Il contratto dei ministeriali, comunque, avrà ripercussioni anche sulle prossime intese, perché è una sorta di accordo «apripista». Nel documento di 129 pagine sottoscritto ieri, sono diverse le novità dell'ultimo minuto. Dalla stretta sui licenziamenti per conflitti d'interessi (ci rientrano anche suoceri, nuore, generi o cognati) alle precisazioni sulle clausole anti-assenteismo, per cui per un «furbetto» paga tutto l'ufficio solo davanti a casi privi di giustificazioni. E comunque i danni maggiori ricadranno su chi truffa, piuttosto che sui colleghi. È stata fatta salva la pausa di mezz'ora e i buoni pasto. Arriva invece un tetto agli straordinari di 200 ore annue. Ai sindacati è stato riconosciuto un ruolo rafforzato in tutto ciò che riguarda turni e flessibilità. Nasce infine, un Osservatorio per il benessere dei travet, che sarà attento a prevenire episodi di burnout.

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