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Pescara, 24/07/2024
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Data: 24/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Stop all'Iva, web tax e rottamazione: le novità sulle tasse

ROMA Con un ultimo rapidissimo passaggio al Senato, la manovra è diventata legge con 140 voti a favore e 94 contrari. Quello che è stato approvato è un provvedimento con moltissimi contenuti, condensati in oltre 1.200 commi, ma con poche risorse. Perché se è vero che la manovra vale 21 miliardi di euro netti, è altrettanto vero che soltanto poco più di cinque sono stati destinati a misure di crescita, mentre i due terzi delle somme disponibili, circa 15 miliardi di euro, sono stati usati per disinnescare le clausole Iva che avrebbero portato il primo gennaio del prossimo anno ad un aumento automatico delle aliquote. Lo stesso premier Paolo Gentiloni ieri ha ammesso che si tratta di un provvedimento con «risorse limitate», anche se poi ha sottolineato che comunque darà una «spinta alla crescita».
LE MISURE
Insomma, se l'ultima manovra economica della legislatura, la prima ed unica del governo Gentiloni, ha un merito, è quello di aver impedito un aumento delle tasse. Per affrontare il capitolo riduzione, sarà necessario attendere la prossima legislatura. Ma il pacchetto fiscale è comunque corposo. Il pezzo forte, la rottamazione delle cartelle esattorali, però, non è stato inserito nella legge di Bilancio, bensì nel decreto ribattezzato appunto fiscale, che l'ha accompagnata. Una sanatoria che permetterà di chiudere i conti in sospeso degli ultimi 17 anni, dal 2000 al 2017, con la vecchia Equitalia pagando soltanto gli interessi legali senza sanzioni e interessi di mora. La lotta all'evasione, invece, è stata affidata alla fatturazione elettronica obbligatoria tra i privati che, però, scatterà soltanto nel 2019. Polemiche ha invece provocato un'altra misura, o meglio il suo mancato recepimento, che ha a che fare con il Fisco. A sollevare la questione è stato il vice presidente della Commissione finanze della Camera, il deputato forzista Sestino Giacomoni. «Forza Italia - ha detto Giacomoni - per alimentare il successo dei Pir (i piani individuali di risparmio, ndr) e, al tempo stesso, per scongiurare l'effetto bolla speculativa sui pochi titoli quotati nella Borsa italiana, aveva presentato in Commissione Finanze una risoluzione, approvata all'unanimità, in cui venivano chieste al governo principalmente tre cose, tradotte poi in altrettanti emendamenti alla manovra di bilancio: aumentare le risorse che i risparmiatori privati ed istituzionali possono investire nei Pir, passando da 30 mila a 100 mila euro annui per le persone fisiche e dal 5% al 10% del patrimonio per i Fondi Pensione e per le Casse di Previdenza; semplificare e ridurre i costi per consentire alle Pmi di quotarsi e di emettere obbligazioni; consentire ai Pir la possibilità di sottoscrivere anche quote di Fondi immobiliari. L'esecutivo», ha concluso Giacomoni, «ha però sottovalutato le enormi opportunità insite nei Pir».
LE REAZIONI
Soddisfatti invece i membri del governo. «Una legge di bilancio per l'equità, il lavoro e la crescita. Dopo gli anni duri della crisi, il nostro impegno per una nuova stagione», ha commentato il ministro dell'Agricoltura e vicesegretario del Pd Maurizio Martina. Una «bella legge di bilancio per le politiche di coesione e per il Mezzogiorno» gli ha fatto eco il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti. Grande soddisfazione dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, invece, per il pacchetto industria 4.0, con gli incentivi agli investimenti delle imprese in tecnologia e formazione.

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