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Pescara, 24/07/2024
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Data: 27/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Metanodotto, la Regione prepara il ricorso per bloccare la centrale

SULMONA - Formalmente le dimissioni il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, non le ha ancora depositate in segreteria, ma l'annuncio su Facebook, fatto all'indomani del via libera della Presidenza del consiglio dei ministri alla centrale Snam di Case Pente, resta in segno di protesta e impotenza. Perché quell'atto improvviso, inaspettato e soprattutto a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, è per gli enti locali che si sono sempre opposti all'opera, un atto di prevaricazione che mette in discussione gli stessi principi democratici del Paese. La riunione prevista con i sindaci del territorio convocata per oggi è stata rinviata dalla stessa Casini «per consentire una migliore riflessione sul da farsi così da approntare una strategia condivisa - scrive il sindaco di Sulmona - e, dunque, un'azione concreta di contrasto a questa opera fortemente impattante. Siamo tutti consapevoli che dopo molti anni dall'avvio, l'iter è ormai alle ultime battute, ma dobbiamo combattere fino alla fine». Di tempo a disposizione, però, ce n'è poco, pochissimo: meno di trenta giorni per preparare un ricorso al Tar complesso e dispendioso e ancor meno per evitare che alla delibera della Presidenza del consiglio dei ministri, segua l'atto di decreto di autorizzazione: un pro forma burocratico che, però, toglierebbe ogni appiglio ad un ripensamento. Di qui l'invito del sindaco a Renzi e Gentiloni a fermare l'opera e ai parlamentari abruzzesi, dalla Pelino, alla Pezzopane a Castricone, ad «operare una forte azione estrema presso il governo affinché si ravveda, per il bene dell'intero Centro Abruzzo, già fortemente martoriato».
LAVORO Sul ricorso, in realtà, come annunciato dal presidente Luciano D'Alfonso e dal sottosegretario Mario Mazzocca, sta già lavorando la Regione tramite l'Avvocatura, ma in Valle Peligna, ormai, la fiducia verso le sfere istituzionali più alte è poca. Se Giovanni Lolli ha parlato di un errore da correggere, infatti, resta il fatto che la comunicazione del via libera alla centrale non l'abbia data nessuno agli amministratori locali, nonostante la Regione, con lo stesso Lolli, avesse partecipato in mattinata alla riunione del Cdm. Il fatto poi che il superamento del diniego sia stato ripescato dopo due anni dalla rottura delle trattative e pochi giorni prima dello scioglimento delle Camere, fa pensare che alla Snam si sia voluta apparecchiare la tavola di Natale, distraendo i padroni di casa.
Il rinvio per ben due volte nell'ultimo mese della conferenza dei servizi sul metanodotto, opera strettamente legata alla centrale, ma con iter procedurale diverso, aveva infatti lasciato pensare che questo governo avesse deciso di non intervenire sulla questione e volesse far decidere le sorti della Reta Adriatica (che passa però lungo l'Appennino) al prossimo esecutivo. Così evidentemente non è stato e anzi il via libera alla centrale ha aperto un'autostrada ora all'autorizzazione anche del metanodotto. Se le istituzioni stanno studiando la strategia di difesa, i comitati e i cittadini sono sul piede di guerra: all'indirizzo del premier Gentiloni sono stati recapitati centinaia di messaggi mail dove si condanna la decisione del governo e si sottolineano i gravi rischi dal punto di vista della sicurezza (in un'area altamente sismica), dell'ambiente e della vocazione di sviluppo del cuore dei Parchi. Un'opera ritenuta strategica per il governo, ma che, denunciano i comitati che da oltre dieci anni la contrastano, servirebbe solo alla Snam per fare profitto, oltre ad essere in controtendenza rispetto alle strategie energetiche decise a livello internazionale e che vanno verso una riduzione dell'uso delle energie fossili.

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