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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/12/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Saga non rispetta il contratto collettivo per i suoi dipendenti. La Regione chiede parere alla Corte dei conti ma pasticcia. Vorrebbe mettersi in regola per risparmiare

ABRUZZO. I dipendenti della Saga non sono inquadrati giuridicamente ed economicamente secondo il contratto nazionale collettivo di categoria. Un problema che si trascina da sempre, tanto da farlo rientrare in una “consuetudine” ormai consolidata. Il punto è che ora la Saga è partecipata dalla Regione al 99,995% per cui il rispetto anche di questo aspetto sarebbe necessario.

Ma da quanto si capisce in realtà il trattamento economico è superiore a quello stabilito per gli altri “comuni mortali lavoratori di settore” il che significa che da sempre Saga paga di più i suoi dipendenti dimostrando la solita generosità con i soldi pubblici che poi ha permesso di chiudere sistematicamente bilanci in profondo rosso, buchi sistematicamente tappati dalla Regione per circa 40mln di euro negli ultimi 10 anni.

La cosa emerge da un parere richiesto dalla Regione (settore trasporti) alla Corte dei Conti per sapere se l’ente può unilateralmente applicare il contratto nazionale e così ottenere economie dalle minori spese.

La Corte dei conti respinge la richiesta sia perchè non doveva essere il dirigente a richiedere il parere ma l’organo «legislativamente investito dalla rappresentanza legale», inoltre il presidente Antonio Frittella coglie l’ennesima occasione per bacchettare la Regione ricordando che non rientra nei compiti della Corte la valutazione della contabilità e le pendenze tra una spa ed il suo socio «tanto più allorquando vengono prospettate condotte in tesi configurabili quali atti di mala gestio e, dunque, finanche suscettibili di essere portate alla cognizione dell’Autorità giudiziaria sub specie di azioni giurisdizionali ex artt. 2392 e ss. cod. civ.».

Insomma doppia gaffe della Regione che riceve una sonora bacchettata se non altro perchè ammette candidamente di conoscere condotte non regolari e persino configurabili come atti di cattiva amministrazione che potrebbero essere azionate in giudizio per recuperare attraverso una azione di responsabilità verso gli amministratori attuali e passati un possibile danno.

Ma non si è mai visto che la Regione citi in giudizio gli amministratori che ha nominato e che decanta nonostante il disastro gestionale.

E pensare che tutto era nato dalla “buona intenzione” di rimettersi in regola ma solo perchè al momento appariva la scelta più conveniente dal punto di vista economico, poichè un adeguamento al contratto nazionale -oltre che rispettare le leggi- avrebbe comportato un risparmio per la Saga in perenne sbilancio.

La deliberazione del 20 dicembre 2017 della Corte dei Conti è stata inviata anche al Presidente della Regione Abruzzo.

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